lasciatemi cantare, con semplici parole,
i pregi della mia terra ferrigna
che genera frutti in tutte le stagioni,
anche se ogni raccolto le segnerà la fronte
di rughe profonde.
lasciatemi cantare
i dolori della mia gente,
che hanno possenti radici
e si perdono nelle pagine della Storia.
volti di cartapesta, inariditi dal sole,
mani di granito,
temprate sull’incudine della sofferenza,
fronti umiliate spesso dal giogo dei caporali;
orgoglio frustrato sempre dal bisogno,
mai dalla viltà.
lasciatemi, (oh se lo potessi fare degnamente! )
cantare le virtù delle donne del Sud;
scrigni di pudore e di fertilità,
perle scamiciate di abnegazione;
giammai vuoti involucri di stagnola,
giammai traslucide macchine senz’Anima.
**** Oggi per la Giornata della Terra, una delle mie primissime poesie.
- Attualmente 4.2/5 meriti.
4,2/5 meriti (5 voti)