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Pubblicata il 25/03/2003
Nudo corpo, al nulla avviluppato
sospeso legno in momorio d'oceano
crudo e riverso al nero firmamento
e d'orizzonte mi ferisco il volto

Ambra di gelo è tiepido scudiscio
nel crepitio di brune stelle ruvide
dal cupeggiare delle nubi oscure
e il soffio d'ebano al taglio della notte

Stolido schernirsi è il vagolare
fra l'onde futili dal caso imprigionate
e le mie membra al nuoto fremono
di terra sapida e di conforto amico

Soltanto un uomo, appeso allo sprofondo
Soltanto braccia, avvinghiano il destino
Soltanto occhi additano il domani
Solo un anelito nel turbinio del vento

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Bella, triste, articolata ma nel complesso godibile.
Bravo.
Una lode alla solitudine, connotazione tutta umana!
Er

il 25/03/2003 alle 15:41

Grazie, Ale. In realtà non sono triste affatto. E' la condizione di precarietà dell'uomo che per certi versi può suscitare trsitezza. Basta accettarla per quella che è.
Un bacio.
Andrea.

il 25/03/2003 alle 15:57

L'uomo è solo nell'oceano; questo era il senso del mio messaggio. Grazie, Ernesto.
Un caro saluto
Andrea

il 25/03/2003 alle 15:58

è solo anima
d'uomo
la scheggia
di goccia
che all'onda
s'aggrappa...

unbaciodistima cri

il 25/03/2003 alle 23:07

Grazie, Cri. Baciodistima ricambiato... :-)
Andrea

il 26/03/2003 alle 21:37