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Pubblicata il 06/03/2021
Ti voglio chiedere scusa
per non aver capito
quanto mi volevi bene,
convincendomi che non sei solo
una stella, ma la notte sul
cui mantello le stelle le tiene
insieme.
voglio chiederti scusa
per essermi sentito come
lo scolaro dell’ultima fila.
e tu la compagna
del primo banco dall’anima
comunque complicata
che non chiede e si defila.
forse mi inviterai solo a restare,
perché sei la mano che asciuga
questi occhi turgidi di pianto.
sarò allo scrittoio, consapevole
del dono che ogni giorno
avevo nel ritrovarti accanto.
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