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Pubblicata il 06/03/2021
Sembra di poter scorgere
il fiato morbido di un lume,
nell'attesa di notti e scalini.
lasciasti ci coprisse una scia
lunga una vita o una notte
sola, gradevole di gelsomini.
sussurrasti con il ruscello su
barche di giornale il mio e poi
il suo nome, noi ti stavamo
ad ascoltare in fondo alla via.
tremavi flebile, sola agli occhi
del lume… lei ed io c’eravamo
nelle notti bagnate di silenzi
e brina versate su quelle mie
d’inchiostro, le sue rosse d'albe.
posso scorgere dalle tue finestre
aperte uno scalino più su, il buio.
ricorderemo i passi nelle gambe.
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