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Pubblicata il 05/03/2021
sopravvenne un’idea di luce
che m’infangassi i piedi
al tuo cospetto dignitoso
per schizzarti in viso
le gocce del mio amore,
ma tu eri cima tempestosa
dopo che leggesti Bronte
nel sogno d’ un baldo cavaliere.
ai confini della mia cerulea pozza
non oziai con le scarpe sporche
mentre tu creavi ghirigori astratti
a scalfire disonesta i miei ardori.
l’amore era disegnato in cielo
dietro Orione a caccia delle stelle,
non aveva Eros scordato l’arco
ma nella faretra nulle le saette.
curiosa contavi il fango a gocce
sprezzando l’ardire delle mani
che volean pesare sulle gambe
con distratti pensieri insani.
sopravvenne la mia dichiarazione
in bilico tra il fango e la tentazione.
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Uno stile impegnativo, che lascia il segno.

il 06/03/2021 alle 16:57