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Pubblicata il 04/03/2021
donne, il cui viso ricorda antiche tele,
chine sulla terra rossastra
riempiono il paniere dei frutti oleosi
che i miti ulivi
lasciano cadere.

il vento di tramontana
che quasi spacca il viso
soffia sulla stroma
ed esse, chine sul loro bottino,
si accendono il cuore con un canto
una nenia, uno stornello
che pare pianto.

la lunga chioma
stretta in doppi serti
è trattenuta in ampi fazzoletti,
che catturano le briciole di un sole
novembrino.

il volo degli uccelli
che anelano primavere lontane
fa levare al cielo lo sguardo
che, in seguito, si perde
dietro un sogno.

il vento sussurra tra le foglie amiche
parole d'amore dapprima mai udite.
e un dardo di sole ferisce il cristallino sguardo
che incarna innocenze ereditate.

sulla terra vermiglia, qualche antica conchiglia
emana echi millenari, ed esse le guardano stupite,
che son troppo poco erudite.

il pane in una tasca e nell'altra il rosario
attendono, celando l'ansia
che l'ave Maria risuoni per l'aria.

e il disco solare, finalmente, discende
e si colora come purpurea gota
che un sorso di primitivo
sottrae alla ruga precoce
che in agguato, del volto
ne vorrebbe ghermire la bellezza

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8 marzo 1987
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Natura (flora e fauna) e donna: la vita attorno ad un uomo! Straordinaria!

il 04/03/2021 alle 23:52

Rileggo "l'or di notte" suonata a rintocchi dai campanili dei paesi di collina Toscani dove di donne da te descritte il nonno mi parlava, le mani e i ginocchi piene di geloni ma il cuore caldo in attesa di fiamme ai focolari .

il 05/03/2021 alle 08:27

Il primitivo colora le gote come un bacio. ciao.

il 05/03/2021 alle 08:49

Ondate di tenerezza Brava come sempre

il 05/03/2021 alle 10:17

Vi stringo in un unico abbraccio e un unico ringraziamento.

il 05/03/2021 alle 20:47