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Utente eliminato
Pubblicata il 17/02/2021
Donna Patrizia,

tu, dietro lo schermo della signorile cortesia,
a coloro che, sprovvisti del blasone
di cui vai orgogliosa per le terre,
quando nelle palle di tuo padre ancora eri,
duramente col sudore fra i coglioni già travagliavano,
più volte con sprezzante degnazione ti rivolgesti,
seguito da breve cenno dell'affusolata mano,
mentre dimentico lo sguardo già altrove si posava,

tu, per cui bisogno e angosciose ristrettezze
non son altro che zingaresche sceneggiate,

quando nell'intimo delle interiora
avrà voce un piccolo dolore,
per una volta l'ampio, lussuoso bagno
lascia al servidorame,

in camicia da notte, leggiadra e slanciata,
ben diversa dalle coetanee, rozze, tozze massaie,
scendi dalla torre d'avorio dell'attico prestigioso,

vai a cacare nel giardino dei negri,

così li terrai allegri,

agli infreddoliti vagabondi tregua concederà il freddo Inverno,
come ogni volta stupore la Primavera
sarà per costoro stretta la tua potta,
benché spesso dai patroni rotta
a cui devi l'Eccellenza,
che invece del conto ti presentarono i maroni,

e addirittura per mano li condurrai
al tempo della loro calda Estate,
tripudio di zoccole inchiappettate,

vai a cacare nel giardino dei negri,

dove nel Febbraio gelida scorre l'acqua
nella grande fontana a forma d'antico vascello,

così degli africani a prua vedrai l'allegro sorriso d'avorio,
gli occhi fanciulli e impudenti,

di quelli a poppa non vedrai un cazzo,
ma lo sentirai crescere enorme
come il porcone d'un mulo,
mentre, senz'avvisaglia
ti straccia il culo,

e, quando sollazzati,
ancor più su di giri saranno,
vino per alcolizzati ridacchianti tracannando,

a malinculo
lascerai il giardino incantato,
dove per la prima volta
come si deve t'hanno inculato!
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