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Pubblicata il 09/02/2021
Nel miserevole circo umano si è soliti indicare il grado di civiltà come il raggiungimento dell’ambita meta che porta al progresso, allo sviluppo economico, politico e sociale, al benessere diffuso e alla equa giustizia, alla conquista nelle scienze e nella tecnologia.

nessuno però si rende conto che di pari passo avanza l’inciviltà sotto forma di un’inaudita barbarie. Anzi, quest’ultima acquista tanta più velocità quanto più gli uomini esercitano le proprie volontà contro la natura e contro tutti gli altri esseri viventi. Nelle città manca il decoro e se provi a piantare un albero, c’è subito pronto qualcuno a distruggerlo a tua insaputa e a riderne e goderne della distruzione.

se almeno si riesce, con la forza e con i denti, a difendere la proprietà privata, tutto ciò che è pubblico è alla mercé di vandali crudeli la cui unica soddisfazione deriva dal rendere sporco e ridurre in rovina qualsiasi cosa capiti davanti al loro cammino.

si potrebbero scrivere centinaia di pagine con esempi di atti di devastazione compiuti ai danni di monumenti, opere d’arte, viali, giardini e palazzi.

e questa la chiamiamo civiltà?

piuttosto la chiamerei brodo primordiale, in cui tutto è nato ma nulla è compiuto, dove molti esseri umani sono castrati mentali e quindi privi di ogni vitalità e di ogni capacità speculativa.

si può citare a tal proposito Hobbes che nella sua opera “Sul cittadino” descriveva la situazione di disordine e di violenza nella società come Bellum omnium contra omnes (La guerra di tutti contro tutti).

mai espressione fu più attuale di questa.
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Sì, è una giusta osservazione, ciao.

il 10/02/2021 alle 15:23