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Pubblicata il 08/02/2021
Mary quella mattina si alzò e mosse i passi verso il bagno come faceva ormai per abitudine da molto tempo...ma una cosa attrasse il suo sguardo...attraverso i vetri della finestra del corridoio una scenografia che, stranamente, nella sua mente le parve di non aver mai vista si disegnò illuminandole il volto che da troppo tempo, ormai, non si distendeva in un sorriso...era una mattina di Primavera inoltrata e nel parco della struttura sanitaria dove ormai da tempo giaceva e dove i giorni e le notti si alternavano con cadenze lente e inconcludenti la vecchia quercia secolare sembrava chiamarla, anzi, le pareva di udire persino una voce la cui eco le orbitava nelle orecchie: “Vieni, vieni...” . Un suono melodioso la attraeva ed era irresistibile; Mary, con il cuore che batteva all’ impazzata, si guardò intorno lungo quel corridoio che conduceva al bagno e non vide nessuno...così, forse, inconsciamente prese una decisione, aprì piano la porta che dava nel parco e lentamente ma decisa si diresse verso quella quercia che sembrava invitarla sotto le sue fronde…

Mary guardava il tronco della vecchia quercia quasi come fosse guidata da qualcosa con nelle orecchie ancora quel fluido melodioso che sembrava invitarla sempre più vicino...ad un tratto una luce scintillante proveniente dalla base della quercia avvolse Mary cingendola come in una bolla e come per incanto il Tempo sembrò aver smesso il suo incedere...per un istante la vita stessa aveva perso il proprio corso ma poi nel momento successivo Mary si trovò in un ambiente completamente diverso da quello grigio e scialbo della stanza di quel nosocomio…

Era una mattina d’ Estate e i suoi occhi stavano rimirando la bellezza del mare che riluceva accarezzando con languide ondine la sabbia di una bellissima spiaggia...all’ improvviso si sentì chiamare da una dolce ma ferma voce femminile: “Mary, vuoi fare merenda ?”...si guardò intorno e i suoi occhi si trovarono a scrutare una donna che sorrideva verso di lei...ma i suoi occhi stavano osservando con stupore anche un corpicino che si stendeva sotto di sé , un corpicino infilato in un minuscolo costume da bagno e la donna che sorrideva intanto le si era avvicinata e dopo essersi seduta accanto l’ aveva presa tra le braccia e, mentre la baciava, le sussurrava: “Mary, amore mio...se hai fame dimmelo...”.

Comprese di colpo di essere ritornata bambina e che si trovava tra le braccia della mamma ma senza capire per quale contrazione temporale ciò fosse stato possibile...si strinse al petto di quella donna e assimilò dentro alla sua piccola anima tutto il piacere che provava in quel momento...poi girò la testa verso il mare sollevò il braccino e col ditino teso lo indicò alla madre...la donna comprese e mettendo in piedi la bimba le disse: “Vai, vai a bagnarti i piedini ma stai attenta!”... la piccola Mary trotterellando si avviò verso quelle stupende ondine che accarezzavano dolcemente la spiaggia e sedutasi sulla immaginaria linea del bagnasciuga si lasciava lambire dallo sbuffo dell’ onda e le sembrava di udire in quel mentre un festoso ciao! provenire dal profondo del mare…

Mentre era intenta a godere le emozioni che lo sciabordio del mare le procurava vide poco distante da dove si trovava una signora seduta sulla rena con in mano una bella borsa rossa dalla quale stava traendo un flaconcino probabilmente contenente un liquido anti-scottature...la bimba Mary non era interessata a ciò che faceva quella signora ma era attratta dalla borsa rossa...nella sua piccola mente qualcosa di incredibile si stava evolvendo...ricordi che non potevano essere fissati nella memoria di una bambina dalla tenera età di quattro anni...infatti qualcosa di inimmaginabile stava per accadere...la piccola si alzò e andò in direzione della signora con la borsa fermamente intenzionata a guardarla da vicino e addirittura di poterla anche toccare ma di colpo una grande luce si scaricò sulla sabbia tra la bimba e la signora e Mary venne a trovarsi di nuovo all’ interno di una bolla temporale che veloce veleggiava nel Tempo…

Mary si guardò intorno e capì di essere insieme a ragazze e ragazzi tutti già grandi nella sfera di una età in cui era lecito essere ascritti nella condizione di donna e uomo...tutti chiacchieravano ed erano ben vestiti, le ragazze col tailleur ed i ragazzi con la giacca, alcuni con la cravatta altri senza...gli occhi di Mary scesero ad esaminare la propria persona e videro una ragazza bella, vestita anch’essa con un tailleur seduta in un banco dentro ad un’ aula che certamente doveva essere un’ aula universitaria...la cosa sorprendente era il fatto che dalla spalla le scendeva sul fianco una borsa, una bella borsa rossa… “Mary, ma che cos’hai?”...le chiese una voce femminile… “Mi sembri un po’ stralunata...” “No, niente, non ti preoccupare...ero solo un po’ sopra pensiero…” le rispose Mary e improvvisamente tutto divenne chiaro nella sua mente...stava frequentando il quarto anno della facoltà di Biologia e si trovava nell’ aula universitaria dove era appena terminata la lezione di botanica...riconobbe le compagne con le quali aveva più confidenza ed i compagni tra i quali ce n’era uno che la guardava in un modo più insistente...tutti cominciarono ad uscire dall’ aula e, fra gruppetti come è di solito tra compagni di università, si dispersero all’ esterno dell’ edificio… “Vieni con noi, Mary, andiamo al solito posto a prendere una cioccolata”… “No, no, grazie oggi non ho tempo...devo fare alcune cose...” e lasciò le amiche e si incamminò verso la strada di casa...ma nel suo cuore alitava una speranza...diede una sbirciatina dietro a sé per vedere se quel compagno che la guardava nell’ aula la stesse seguendo e, avendolo visto, riprese a camminare con sussiego tenendo al fianco la sua bella borsa rossa...lui la raggiunse e accostatosi le disse d’un fiato: “Tu dentro alla borsa rossa porti l’ amore...” e poi furono giorni in cui i sorrisi vellutavano la prateria della passione dove Mary provò lo stordimento dei sensi e la vetta della conoscenza sublimava ogni volta sempre più in alto…

Ma ecco nuovamente venne avvolta da un altro fascio di quella luce misteriosa...e una nuova bolla temporale l’ avvolse e levitò leggera trasportandola verso un altro palcoscenico...Mary chiuse gli occhi per un attimo e respirò profondamente...voleva essere pronta per poter partecipare da subito e questa ultima circostanza...quando li riaprì si trovò all’ interno di un appartamento che subito riconobbe e per un attimo il suo cuore smise di battere...capì che erano passati molti anni da quegli anni stupendi passati all’ Università...vide la sua vita trascorrere velocemente e fermarsi lì in quelle stanze e con sulle spalle un’età più che matura… “Sei arrivata, finalmente...era ora” la voce di un uomo brutalmente la assalì e una strattonata la fece barcollare e soltanto per miracolo non cadde per terra… “Allora, la cena...la prepari sì o no?”...e senti la mano di quel bruto stringerle un braccio ed un lamento le uscì dalle labbra...lei non sapeva come fosse stato possibile che da brillante studentessa laureata con lode e con una carriera da ricercatrice avesse potuto travalicare il limite del razionale e che, addirittura, si fosse unita con un uomo conosciuto e parso ai suoi occhi come gentile e premuroso nei suoi confronti...e venne il momento di un primo schiaffo che le fece perdere conoscenza e dopo di allora altre botte l’ obbligarono ad inventare scuse con i colleghi di laboratorio, per esempio, quando disse di essere caduta per coprire una botta che il marito le aveva inferto sullo zigomo sinistro...Mary era stata trasportata dalla bolla temporale in quell’ appartamento dove l’ orrore l’ aveva avvolta giorno per giorno fin quando una mattina guardandosi allo specchio si chiese di chi fosse quell’ immagine...una luce accecante l’ avvolse nuovamente e quando il Tempo si fermò, quella mattina come al solito, si ritrovò nel letto in quella grigia stanza d’ospedale...si alzò e si diresse verso il bagno...e anche se quella mattina nulla attrasse il suo sguardo si sforzò lo stesso di trovare un qualcosa, una qualunque occasione che rendesse meno apatica la propria esistenza che si srotolava ormai da anni in quella grigia stanza di quell’ Ospedale Psichiatrico...

Se qualcuno avesse potuto vederla in quei momenti avrebbe certamente capito che in quegli occhi si agitavano pensieri che vorticosamente tutti confluivano in una soluzione finale...quella definitiva dalla quale non c’era ritorno...Mary velocemente si avviò all’ ascensore e schiacciò il quarto piano, l’ ultimo...circospetta uscì e constatato che nessuno girava in quel momento si avvicinò velocemente a una delle finestre con negli occhi la ferma intenzione di aprirla e poi...poi finalmente nessun’altra bolla avrebbe potuto avvolgerla per portarla avanti e indietro nel Tempo...la mano già stringeva la maniglia della finestra quando, quando da uno squarcio di quel Tempo giunse alle orecchie di Mary il suono di una musica, un suono dalle note melodiose che ne catturarono l’attenzione ...quella musica giungeva da una radio che in quel momento un paziente aveva acceso per una strana coincidenza del destino...e subito dopo la musica la voce, oh sì la voce bella, forte, suadente la voce di un uomo che cantava di una donna: “ Sally cammina per la strada senza nemmeno guardare per terra” … “Sally è una donna che non ha più voglia di fare la guerra”...”Sally ha patito troppo”… “Sally ha già visto che cosa ti può crollare addosso” … “Sally è già stata punita”...Mary tolse la mano dalla maniglia della finestra e stette ferma, immobile, perché quella musica quella voce quelle parole le facevano provare uno stato emozionale che da tempo ormai nel proprio quotidiano non avvertiva più...e la musica proseguiva con quel canto che si rimescolava nell’ anima… “Sally cammina per la strada sicura senza pensare a niente ormai guarda la gente con aria
indifferente”… “sono lontani quei momenti quando uno sguardo provocava turbamenti”...Mary avvertiva che il suo corpo da anni irrigidito come un manichino esposto in una vetrina era percorso da delle scosse, come se una forza si fosse insinuata sotto la pelle e stesse sciogliendone la durezza...Mary si sentiva leggera leggera come se non fosse più oppressa dentro al suo corpo… “E’ tutto un equilibrio sopra la follia sopra la follia senti che fuori piove senti che bel rumore”... Mary si lasciò scivolare verso il pavimento e si ritrovò inginocchiata con le mani giunte poggiate sul grembo… “ma forse Sally è proprio questo il senso del tuo vagare forse ci si deve sentire alla fine un po’ male”… “Sally cammina per la strada leggera ormai è sera si accendono le luci dei lampioni”...Mary stava lì come in attesa di un qualcosa, una cosa che tanto tempo addietro aveva lasciato in un lato della strada della vita, un qualcosa come quando agli angoli della bocca si sentiva stirare ed un dolce sorriso le si dipingeva sul volto… “Ed un pensiero le passa per la testa forse la vita non è stata tutta persa forse qualcosa s’è salvato forse davvero non è stato poi tutto sbagliato”...quella musica, come una celestiale sinfonia, ormai avvolgeva tutto il corpo rilassato di Mary quando due infermiere richiamate da un paziente che l’ aveva vista in quella posizione la raggiunsero ma avendola vista tranquilla come se fosse serena le si avvicinarono quietamente e una di esse la chiamava: “Mary, Mary, tutto bene?...” intanto la musica proseguiva e le parole cantate da quella voce, quella voce che certamente era in contatto con Dio proseguiva “ Forse era giusto così forse, ma forse, ma sì cosa vuoi che ti dica senti che bel rumore”...L’ infermiera più vicina a Mary le si accovacciò accanto e allora il viso di Mary si sollevò e i suoi occhi si tuffarono negli occhi dell’ infermiera e questa vide una luce, una luce che non aveva mai visto prima in quello sguardo e da quella bocca stirata in un sorriso che richiamava la Primavera di Botticelli uscirono delle parole, le prime che uscivano da quella bocca dal momento del ricovero: “Voglio continuare a vivere, voglio continuare a vedere la gente, voglio di nuovo sentire il bel rumore della vita...”.

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Scrivo qui sotto il link per chi volesse ascoltare il capolavoro citato nel racconto:

https://www.youtube.com/watch?app=desktop&feature=share&v=Hy7k0kmhpyu
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Sorpresa, ho seguito un cammino lungo una vita e corto un istante , ma eterno, quello della stella.Grazie Romeo

il 08/02/2021 alle 16:14

Grandissimo Rom, e anche 373 che ti ha ispirato. Sally è un capolavoro assoluto.

il 09/02/2021 alle 19:55

Molto bello, emozionante e scritto in modo elegante.

il 09/02/2021 alle 21:34