La notte è a caccia,
come vecchia infezione
non dorme non tace.
È Solitudine.
Annusando le orme,
m'insegue,
mi bracca,
allunga scheletriche braccia.
Inquietudine antica,
nutrita di sangue,
belva vagante
con denti pugnali,
alla porta,
ogni notte,
mai ferma, mai doma,
sogghigna e sorride.
Sin da bambino...
nel letto dei miei
per poco tornava la pace.
Ma oggi s'insinua
nei gorghi dei sogni,
ascolta i timori,
promuove paure.
È vendetta marcita.
È amore mancato
o deluso
o scartato.
Con fauci grignanti
prosegue la caccia.
Le notti il suo regno.
sudori e carcasse di sogni
son sempre sue armi.
Ma io resto immoto,
trattengo respiri,
che tanto lo so,
col primo mattino
si stanca e poi vola
per cercare altrove,
più comode alcove,
ove ricominciar
a grignare
a ringhiare.
E tanto lo so.
A notte si rinnova la caccia.