PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/01/2021
Gli uccellini, come piccole
macchioline nere
timbrano la neve fresca,
con gli scoiattoli le lepri
ed altri animali che vagano
intimoriti, spersi nel bianco
bosco che non riconoscono,
non sanno cosa fare, sorpresi,
impreparati a tal evento
inusuale per loro. Non sanno
cosa fare, dove andare
per cercare il cibo, non hanno
supermarket a disposizione
per rifornirsi, come gli uomini,
ormai schiavi felici e infelici
di un sistema che li protegge
e li umilia nel contempo, creando
malessere sociale e disparità
inaccettabili che esaltano
e donano sempre di più
a chi già ha tanto, e deprimono
e tolgono a chi ha poco o nulla,
magari neanche gli occhi
per piangere ed è costretto
a dormire nelle stazioni ferroviarie
e sotto i ponti, senza che
coloro che hanno il potere
d' intervenire muovano un dito
per modificare la situazione,
troppo indaffarati a speculare
forti della loro autorità civile.

Ma la neve è bella, emoziona,
ha un fascino irresistibile,
dona gioia, sensazioni indescrivibili
che vanno al di fuori della ragione,
effettivamente è l' acquerello
invernale più artistico e poetico,
ispira pittori e poeti, ma anche
la gente comune, semplice
che trova in essa ludici attimi
di letizia, di distrazione che permette
di sentirsi leggeri come libellule,
liberi con la mente dalle fobie
e dalla velocità stressante che
il lavoro e gli altri impegni giornalieri
impongono. Non si può non amare
un paesaggio innevato, sarebbe
una bestemmia, un sacrilegio
alla bellezza della natura in una
delle sue tante declinazioni, è come
uno scrigno che conserva il tempo
gelosamente in modo morboso.
porta ricordi incancellabili in modo
imprevisto, che tornano vivi
nel nostro cuore, nelle emozioni
che si ripetono in modo incontrollabile.

Riemergono il giocare in allegria
con gli amici con sfide interminabili
a pallate di neve, i pupazzi di neve
con sciarpa cappello pipa occhiali
neri e carota per naso. Le passeggiate
col babbo e con la mamma, le sciate
con sci e slittino. Ma tutto è relativo,
contrapposto, la neve è anche disagio
nello spostarsi, nel fare qualsiasi cosa,
specialmente quando diventa fanghiglia
mista a ghiaccio e terra, quando una
caduta accidentale può essere molto
pericolosa, come accaduto a mia moglie
e mio figlio maggiore che si sono rotti
le ossa di una spalla qualche anno fa
proprio alla vigilia di Natale, mentre io
correvo felice nella campagna
bianca di meraviglia e poesia, ignaro
di quello che stava accadendo.
Ma la neve resta bella, troppo grandi
le emozioni che porta col suo bianco
spirito di pace e libertà, un sogno
che s' insinua nel nostro cuore
in modo incancellabile e ci veste di letizia.
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