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Pubblicata il 20/12/2020
Vi è un nido di rondini nel petto del mondo e alti, questi guardiani, navigano verso loci ameni. Che ne sanno queste creature delle miserie che imputare, solo a noi dovremmo? Leggeri s'incamminano, richiamandosi con solidali suoni mentre uno di essi si sperde fendendendo nubi bruciate. Il povero inconsolabile incrocia il volo con quel di un uomo dalla faccia stanca e sporca di vissuto, protendente verso il cielo un anelito di speranza. Gli occhi del volatile scrutano quello strano essere senza ali e mentre si rispecchia nel suo sguardo precipita nell'abisso di quelle pupille. Suoni e sentieri abitano quella voragine, accogliendo visioni di uomini mangiati da fatiche, legati a corde guidate da mani spietate. Spazi luridi, freddi ospitano la loro sofferenza mentre anonimi alzano le mani verso un alto che non gli ode. Visioni di uomini bruciati, intravede, picchiati, condotti alla fame. Diversi di sangue impuro, colori osceni, sterili di buone intenzioni. Occhi senza luce. Tormenti e ferite su corpi materni fragili come ramoscelli e stupidi come chi osa elevare la propria mente oltre queste empietà. Ci sono urla ma sono mute. Ci sono azioni ma sono morte. Nessun diritto vi è nell'oscurità dell'ignoranza. Vie di salvezza anguste e orrori incancellabili. Mentre la divin creatura si avvolge in quel vortice di morte, sradica con forza ogni bruttura e cancella e rende nuovo. adesso quell'esser sembra lieve mentre prende la spinta e svolazza verso il cielo ad inseguir il suo stormo. Così un giorno, un uomo mise le ali.
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