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Pubblicata il 18/12/2020
intirizzito come un Inuit in un igloo
mi incontrai con un imbolsito
imbianchino di Ivrea instancabilmente invaghito degli Intillimani e gli indicai
indirizzi inconsueti di invidiabili
impresari di Indianapolis irrimediabilmente inmanicati con un'imprenditrice indiana di nome
indhira messa all'indice per aver indossato un impermeabile color indaco in innumerevoli inaugurazioni di immobili internazionali.
immancabilmente mi irritai con
un intransigente intelaiatore di
infissi di Interlaken inviperito
per una indiscrezione indisponente
circa un increscioso inghippo intercontinentale.
incappai infine in un istituto
interregionale che istruiva
insegnanti interessatissimi ad
un intensivo indottrinamento
sulle ingerenze imperialistiche
indocinesi ma poi, invogliato da
altre iniziative, mi infrattai
con un ipertricotico indigeno
integralista intavolando una
interminabile discussione
introspettiva sulla ibernazione
dell'insalata indivia inseminata
infelicemente in un incubatoio illegale ad Isernia.
fui così irrimediabilmente irritato che iniziai allora ad inneggiare inconsultamente in lingua indonesiana terminando, infine, con un nostrano; iamme, iamme, iamme iamme ia!
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Ineguagliabile.

il 19/12/2020 alle 08:14