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Pubblicata il 15/12/2020
.Le sue labbra scioglie il vento
invade liturgie il corpo nudo del tempo
nel suo ondeggiare foga dolore
con voci d’epifanie clementi d’ore.

.Mai il tempo apparirà così risolto
come quello scorso ad affanno gobbo
tutto ritratto al cuore in tal modo
da fremere fendente al suo ricordo.

.Un andare sospeso di bare
riemergere sogno al suo crollare
in pianto in un concerto eterno
cupo come memento fermo.

.Nessuno, ora lo so, fu risparmiato
a quel sopore sordo d’altro canto
nessuno capace d’accarezzar morte
come passo solitario in un mondo forte.

.Dilania la mutevolezza, calma sul viso
a leccare una giornata finita
ferita accostata a fughe d’evaso
mietendo stereotipi di paradiso.

.Immobile il prima al piuttosto pigro
com’albero scosso da bava d’eco
tesa ad invito nel presagio atteso
a brace accesa al suo ferire sacro.

.Stringe l’apatia inappetente
ladra d’attimi stanchi in mente
stringe fino a divorarne l’anima
l’intima finitezza in fuga anonima.

.Melodia sorge immolatasi alba
alchimia farfalla, levità ad ala
attimo fugato d’eternità sorella.
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