PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 20/03/2003
Io sono un iracheno, il vostro nemico
cammino già morto sotto il tetto infuocato
non trovo strada per la fuga irrimediabile
dal mio potere oscuro e dal vostro odio
Sento nella notte rombi e urla e rombi
non so se reggerà il muro della mia casa
all'urto del più potente reggimento
Io sono un iracheno, abiti usati, polvere
agli occhi, e dentro il mio cuore l'orrido
sarò felice, dite, dopo, libero liberamente
se sarò vivo, se sarò morto, nessuno sa
quale deserto avrò morendo lentamente
so io, la mia gente, mio figlio muto e sordo
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

Slendida descrizione di una parte della sofferenza, che coglierà ovunque.

per liberarli li uccidono
cosi saranno liberi per sempre
bella soluzione no?

Baci Kat

il 20/03/2003 alle 19:07

...verso il venti di settembre 2001, era successo il fattaccio delle torri e c'era nell'aria odore di vendetta.
Ero iscritto da poco su PH, scrissi e pubblicai questa.
La guerra era vicina, tanto vicina.

L.

Afgano

Milioni di stelle riempiono
la notte orfana di luna,
un vento gelido sibila
fra le dune oscure,
accovacciato, in silenzio
vivo la notte del deserto.

Forse domani la morte scenderà
con le fiamme dell'inferno,
forse domani Dio mi porterà
con se in Paradiso.

Il vento sale
granelli di sabbia sferzano il viso
tranquillo attendo il mio destino.

il 20/03/2003 alle 21:17

bella, notevole afgano. come vedi tutto si ripete, la vita è un circolo e alla fine si rischia di tornare sempre allo stesso punto. come evitarlo? questo è il problema...

il 21/03/2003 alle 13:31