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Pubblicata il 20/03/2003
Separa i monti da queste spoglie valli,
le cascate dal cielo,
le lacrime dal rimorso.
Soffia sulle fiamme del rimpianto,
ma accendi quelle dell'oblio.
Un monumento dal traditor dimenticato
lì giace, in memoria di chi
non potrà più esser salutato.
Ma ora ascolta...

Non odi l'assordante rumore recante con se
la follia mascherata da sapienza
provenire dalle loro officine infuocate?
Non senti il detestabil calore
inaridire il cuore e le anime mai salvate?
Non provi i loro sensi di colpa,
per ciò che è stato fatto e ciò che ancor sarà?
Il nuovo Vulcano forgia lì
la sua mortale lama infuocata; con essa
la madre è stata assassinata.

Ma chi in questo buio vuol voltare
le spalle al proprio assassino,
perché volete di nuovo sollevare
la Collera di Odino?

Blasfemia di una moderna alchimia,
il libro è sigillato ai nostri occhi.
Per toccare ciò che palese appare,
intenti a squarciare l'eterna tunica,
ma noi non possiamo sulle acque avanzare,
né del limpido torrente invertire il flusso.
Alla nostra mente
il libro è sigillato...al cuore?

Perché strappare ancora il lenzuolo
all'incauto pellegrino,
perché volete nuovamente scatenare
la Collera di Odino?

Ma ora prego affinché
il cerchio sacro non venga rovesciato,
il mistero non dev'essere svelato.
Perché scagliar via la coppa
prima di averne assaporato il contenuto,
non serve attendere un nuovo autunno
per bere il nettare temuto.
Giunga pure la distruzione più nera,
rimbombi il sommesso ticchettio;
ma vi prego erigete almeno un altare
dove potremo inginocchiarci e pregare.

Unisci queste valli a lor passato,
dolci rimembranze
d'un tempo mai tornato.

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