Prova a navigare
i miei occhi chiusi;
ma portati le preghiere
dai nodi fini
per contare le bufere
d’indaco.
la mia porta
è un oceano senza
zavorre
ma entra solo chi sa
morire
per un sorriso in più;
il mio selciato
è fatto di respiri levigati.
io gli arcobaleni
li ho seminati tra le zolle
più nere,
io gli arcobaleni
li raccolgo tra abisso
e abisso.
e sto in silenzio
eppure,
ho scritto favole,
ma non so la pagina
dell’io.
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