Fino al vespro
le nostre biglie,
rotolavano tra i seni
dell’incanto
sfidando precipizi
acerrimi.
.
imparavamo incauti
l’arte della polvere
che corteggiava
i respiri di gioco
o disegnava l’aria ferita
nell’assenza di una mano,
di uno straccio di amore
con cui lenire le patine
sul legno nodoso.
.
fino al vespro
le nostre biglie coriandolo
si pizzicavano,
e urtandosi l’un l’altra
deviavano l’attesa
restando ferma la meta.
e imparammo
a puntare le ginocchia
in terra
facendo callo al dolore.
.
saliva al cielo,
ricordo,
dai nostri passi bimbi
la polvere di gioco,
e tornavamo a casa
preghiera.
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