PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 19/03/2003
Fulgente parola
garrisci illibata
in campo iridato
su muri smaltati
Di nostre villette
sei vanto corale
Di nostra coscienza
sei puro lavacro
Coraggio, cantiamo
un inno alla pace
dai deschi imbanditi
di cibo rubato
sull'eco ovattato
di nostri motori
che osceni fagocitano
sangue d'agnello
Coraggio, corriamo
che il dramma s'appresta
il telegiornale
già squilla le trombe
Stappiamo una birra
e in prima serata
il nostro stendardo
nel pugno brandiamo
al crudo vagito
di luce ovattata
nel cielo d'oriente
in fulmine
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L'ipocrita contraddizione perbenista e benpensante! Come se poi la pace fosse un diritto assoluto e non una difficile conquista di civiltà. Non basta "sbandierarla" e tacitare la coscienza!
Comprendo bene il tuo grido "insolente", caro Andrea.
Un abbraccio.
Max

il 19/03/2003 alle 09:57

Già, proprio così. Considera, poi che la maggior parte di quelle bandiere sono in tessuto sintetico e quindi fabbricate con quello stesso petrolio la cui sete alimenta le guerre.
Un abbraccio anche a te
Andrea

il 19/03/2003 alle 10:05

Io credo nella buona fede di chi sventola una bandiera, Michy. Il problema è che secondo me molti non si accorgono che il vessillo iridato è diventato una moda, un feticcio attorno al quale molti si raccolgono nel nome di un senso di appartenenza ad una comune identita, snaturando quello che dovrebbe esserne il reale significato. In definitiva diventa un fenomeno sociale che intorbidisce l'idea cristallina al quale dovrebbe richiamarsi. Eppoi, Michy, gridare 'viva la pace' godendo di quelli stessi frutti che le guerre per il petrolio ci forniscono, mi sembra peccato d'ipocrisia. Grazie per la visita.
Ciao.
Andrea

il 19/03/2003 alle 12:18

Hey Andrea, hai preso spunto dalla nostra discussione di ieri ? Anch'io, come hai ben letto, odio la Pace commercializzata o sbandierata in manifestazioni. INVIDUALITà, ecco il concetto che volevo esprimere.
Molto bella

Un caro abbraccio senza quelli ;-)

Francesco

il 19/03/2003 alle 14:10

Si, caro Francesco, ho preso spunto proprio dalla nostra discussione e apprezzo il tuo buongusto di non parlare di pompini in pagina principale !! ;-)))

P.S. La tua poesia non l'ho ancora letta, ma lo faccio subito.

Ciao.
Andrea.

il 19/03/2003 alle 14:15

mette in luce una contraddizione. ma non sono d'accordo: la pace non è individualità, chi manifesta, chi espone la bandiera, chi dice no, credo che senta la coscienza di farlo e di dirlo. la voce tiene uniti in un momento buio, dà un po' di luce. e non è vero che tante voci non fanno pace. chiudersi in se stessi genera impotenza. grazie comunque per averci fatto riflettere
mario

il 19/03/2003 alle 14:31

Grazie a te per il commento, Mario. Io penso che gridare 'pace' dai bei salotti delle nostre villette riscaldate grazie a quel petrolio che le guerre ci forniscono a basso costo, sia una forma di inconsapevole ipocrisia. Bada bene: io la definisco inconsapevole. La maggior parte di coloro che sventolano la bandiera iridata, sono in perfetta buonafede. Come ho già detto a Max, molte di quelle bandiere sono in fibra sintetica e quindi fabbricate con lo stesso petrolio, oggetto della discordia.
Ciao.
Andrea.

il 19/03/2003 alle 14:44

Infatti, Ale, io credo che si tratti di una forma di ipocrisia inconsapevole e quindi non vera ipocrisia. La nostra esistenza è vissuta in mome della plastica. La viviamo, la respiriamo, ci mangiamo, ci viaggiamo, ci dormiamo, fa parte dei nostri oggetti comuni. Ci siamo mai chiesti da dove arriva il petrolio che serve a costruirla e in che modo ci viene procurato ? Siamo disposti a rinunciare a buona parte del nostro stile di vita in nome di un mondo più equo ? Molti sostengono di si, ma al tempo stesso continuano a godere di buona parte dei benefici che l'occidente 'permeato' di petrolio garantisce. Chissà, forse sono soltanto un purista della coerenza. Si può parlare di libertà,di giustizia e di equità solo con la pancia piena, Ale. I nostri ideali e quello in cui crediamo sono anch'essi 'figli' del petrolio. Chiaramente è solo la mia opinione.
Grazie dei complimenti sulla forma, Ale.
Un bacio.
Andrea.

il 19/03/2003 alle 16:04

Hey,mi trovi in linea con te,d'accordo su tutto,perfetto lo stile e il contenuto.Hai letto il mio nome?Questo commento ti viene da uno che ha marciato negli anni 60 contro gli americani.
Poi qualcosa è andato storto,o a destra o a sinistra?
the Beat

il 19/03/2003 alle 16:41

Grazie per i complimenti, Beat. Come avrai capito dal mio nick, io gli anni 60 non li ho vissuti e le marce di cui tu parli le conosco solo in modo superficiale attraverso pochi filmati di repertorio visti in televisione. Io posso parlare solo dell'Occidente come è oggi, perchè ci sono nato e lo vivo. E' inutile comprarsi automobili da 200 cv che consumano come tir e lamentarsi poi dopo delle guerre per il petrolio. Questo è il senso del mio discorso. In quanto alla destra o alla sinistra io non amo definirmi ne di destra ne di sinistra. Amo pensare a me stesso come ad un uomo che pensa.
Ciao.
Andrea.

P.S. Se hai voglia di raccontarmi gli ideali che muovevano le vostre marce e le vostre proteste io sono da sempre persona curiosa.

il 19/03/2003 alle 17:10

pace parola imponente che alle volte nasconde sacrificio per ottenerla un bacione MG:)

il 19/03/2003 alle 17:17

Gia, sacrificio, MaryGray. Il problema è:siamo pronti ?
Un bacione a te.
Andrea.

il 19/03/2003 alle 17:35

Certo, caro nero: ognuno ha il diritto di protestare, su questo non ci piove. Anche l'ipocrisia è un diritto, come è un diritto riconoscerla come tale. Come ho già detto questa è una forma di ipocrisia inconsapevole: chi protesta lo fa in perfetta buona fede anche se,a mio avviso, ha il difetto di non guardarsi intorno per vedere il mondo costruito col petrolio nel quale sta vivendo. Conosco il tuo pensiero e lo rispetto, ma io la penso diversamente. Sono invece daccordo con te quando affermi che questa è una guerra combattuta per interessi mercantili, ma considera che noi prosperiamo grazie ad un economia di mercato le cui dinamiche sono influenzate anche dalle guerre. Del resto il più forte ha da sempre costruito la propria fortuna sulle lacrime del più debole. E' la Storia e la natura umana che ce lo insegnano.
Un caro saluto.
Andrea.

il 19/03/2003 alle 18:59

Il tuo succinto commento, piercio, è piuttosto interessante e si presta a due distinte interpretazioni.

1 - La bestia sono io e come tale non mi smentisco
2 - La bestia è l'Uomo e come tale non si smentisce

Preferisco prendere in considerazione la seconda interpretazione, dato che tu non mi conosci, io non conosco te e perchè fondamentalmente sono ingenuamente ottimista circa la capacità di ragionamento logico di tutti gli uomini. Quindi la bestia è l'uomo, tu affermi. Hai perfettamente ragione: l'uomo è una bestia come le altre bestie, mosso da istiniti e pulsioni animali, dotato di fertile intelligenza e quindi potenzialmente distruttivo nelle proprie manifestazioni zoologiche. Prendiamone atto. Se invece è la prima interpretazione quella appropriata, allora ti invito a motivare la tua affermazione.
Ciao.
Andrea.

il 19/03/2003 alle 19:11

Caro Andrea mi trovi in sintonia con le idee, con la denuncia e con la plasticità della tua lirica.
Sono un antipacifista per convinzione, tendenza e approccio morale.
Il pacifismo e i pacifisti mi disgustano e, tra le loro esternazioni, vi sono delle squallide bandiere multicolori e delle manifestazioni di piazza dalla apparente volontà beota del buonismo.
Salvo, poi, a rifugiarsi in centri sociali e a dar guerriglia urbana...dopo una cena e del buon vino o,meglio, della Coca - Cola (ricordi la bellissima canzone di Vasco Rossi?)
Sono, ovviamente e intelligentemente, per una pace durevole (che come tutte le cose umane ha vita limitata) e per un uso sapienziale della guerra e delle armi.
Sun-Tzu, stratega militare del 700 a.C. (cui ho dedicato una poesia mimando una contesa di amore) affermava, tra l'altro, che è migliore quel generale che vince senza dar battaglia di quello che ne vince cento!
In questo clima strano, che precede giorni difficili per tutti, occorre prender atto delle diverse tesi e opinioni sulla natura particolare (le ragioni!) del conflitto e limitarsi a osservare e riflettere. La nostra singola volontà non può nulla contro chiunque; e qualunque tesi sulla attribuzione di una fantomatica scelta di campo del Bene contro il Male è puerile e ridicola non conoscendo esattamente dove il Male alligni e dimenticando che è sempre la faccia d'una sola medaglia!
Ben venga, quindi, questa tua poesia sociale che infrange il muro di cartone della facciata pacifista che, in questo clima, sa tanto di codardia e difesa del proprio campicello.
Un caro abbraccio
Ernesto

il 19/03/2003 alle 19:57

Ti ringrazio, Ernesto, per il tuo esauriente commento. Siamo perfettamente in linea a quanto capisco. Concordo con te quando affermi che la pace è conevniente così come lo sono le guerre in determinate circostanze. Ti devo dire che quello che maggiormente mi urta in questo particolare frangente e l'incoerenza. Gli unici che sono moralmente giustificati a protestare contro la guerra sono gli Irakeni. Noi, no. Noi siamo i complici e i principali beneficiari di questo conflitto. Noi, con una mano sventoliamo il vessillo iridato e con l'altra sorseggiamo litri di petrolio, gustandocelo fino in fondo. Per non parlare, poi dei pacifisti indottrinati, quelli che rispondono al richiamo del 'padrone ideologico' e le cui idee sono inscatolate e canalizzate in quegli angusti pertugi che si concretizzano nei feticci idealistici costruiti con le icone del Che e con le bandiere dell' OLP.
Un caro abbraccio a te.
Andrea

il 19/03/2003 alle 20:24

Per
Averla
Crederci
E' imperativo...

non importa come ...non importa perchè....pace e basta....comunque molto bella andrea come sempre un bacio e un five cri

il 19/03/2003 alle 21:54

Crazie, Cri. Non condivido la tua opinione, ma sono disposto a morire perche tu possa esprimerla.
Grande bacio anche a te.
Andrea.

il 19/03/2003 alle 22:30

ma che bel fascistello!
convinzioni politiche a parte devo riconoscere che hai ragione quando dici che non si può distinguere il bene dal male in maniera netta, tra i due concetti ci sono si una serie infinita di sfumature, e le azioni umane si tingono di queste sfumature a seconda della loro vicinanza a uno dei due estremi, estremi che se non possono essere ascritti a tale azione in maniera assoluta, trovano in essa una comunque una prepoderanza. la guerra non si può di certo considerare, qualsiasi sia il suo fine, un atto positivo, specialmente se fatta da questa America, che oggi come oggi si sta dimostrando il più grosso ipocrità in circolazione.
e se come dici lo nostra volontà non può nulla contro nessuno, almeno andiamo a tirare le bombe, almeno servirà a far finere prima la guerra; e siccome la nostra civiltà non può fare a meno del petrolio, allora muoviamo anche guerra all'arabia e a chiunque abbia il petrolio, e siccome ci serve la manodopera a basso costo, cerchiamo di bloccare quei "comunisti" che cercano di aiutare il terzo mondo, su presto blocchiamo emergencio la croce rossa, saranno loro i prossimi impedimenti al nostro sviluppo...
se il pacifismo vi sembra naif e infantile, non lo è perche è fatto soltanto da idioti, che predicano un bene assoluto, ma lo è perche se si vuole cercare di ottenere qualcosa, purtroppo si è costretti a estremizzare nel nostro mondo, anche a scapito di andare nell'assurdo. e poi non mi sembra che il modo opposto di pensare abbia senso...

il 20/03/2003 alle 00:20

Mi associoa questa tua riflessione.
Null'altro.
La guerra appare un male necessario!
Nessuna la vuole ma c'è.
Sto vedendo la televisione in questo momento...
è una tragedia per tutto e per tutti.
Speriamo bene.
Al

il 20/03/2003 alle 07:21

Non mi sono mai piaciuti nè i vezzeggiativi nè i diminutivi.
Tanto perchè capisca.
Er

il 20/03/2003 alle 09:26

Grazie per i complimenti. Hai ragione tu, caro Walter, quando affermi che l'uomo in quanto dotato di intelligenza, ha la capacità di scegliere il proprio migliore sistema di vita. Ricorda, però, che questo ragionamento si applica ai singoli e non alle società. Le dinamiche del 'branco' sono essenzialmente diverse e in tale contesto elementi come la coscienza individuale o lo spirito umanitario, sono essenzialmente inefficaci. Se le nazioni, parlano di 'azione umanitaria' o 'spirito altruistico' non fanno altro che dotarsi di un comodo paravento dietro al quale nascondere il loro vero obbiettivo: la prosperità del gruppo e dell'edificio ideologico che è alla base dei criteri con cui si è scelto di realizzarla. Il problema, Walter, è che la maggior parte di noi non sente nulla o quasi nulla per quelli che moriranno sotto le bombe e al contrario di come dici tu, è proprio perchè siamo umani che succede questo. Abbiamo la pancia piena, Walter. Abbiamo sventolato in alto la nostra brava bandiera iridata. La nostra coscienza è tranquilla.

Con rispetto per la tua sensibilità, ti abbraccio.
Andrea.

il 20/03/2003 alle 09:34