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Pubblicata il 22/11/2020
Svolazza e saltella
un passerotto sulla spiaggia
in cerca di bacherozzoli
e briciole di pane, sbuffa
il vento arruffandogli le penne.

Sbuffa il vento,
mette le ali alle vele, s' increspa
l' onda nel rifrullar risacca,
stridono i gabbiani,
volano incontro a l' orizzonte
inseguendo le nuvole di passaggio
che vanno di fretta per mete indefinite.

Dissipa il mar la spuma dell' onda
mentre l' altra sormonta schiumando,
ringhiando come un cane arrabbiato,
schiaffeggiando gli scogli, la falesia,
i faraglioni di vedetta alla costa
elevandosi in frangenti al cielo,
emozioni che si disperdono
nella luce del sole che appare e scompare
come un bambino che gioca a nascondino.

E' in fermento il mar,
la mareggiata immanente
costringe le vele
ad accellerar la loro corsa nel vento,
de' marosi s' ascolta il canto,
l' ululato selvaggio che si dissipa fra i monti.

Rombo di tuono, l' eco risponde,
troneggia con ombre di timore
che s' immolano
negl' occhi sparuti degli astanti.

Scuote il vento
i pini marittimi e le palme,
le emozioni infreddolite,
costrette a rincasar per il gelo.

Scuote il vento stizzito labbra di cielo
che nel fragore divien sempre più nero.
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