PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 21/10/2020
Chiudo gli occhi,
mi sento un flaneur,
vago nelle vie cittadine
alla ricerca di nuove prospettive
ed emozioni,
con viste nuove,
con passi stirati stirati,
e l'aria gaudia e leggera.
prima mi sentivo
come un ombrello
su una macchina da cucire,
sperduto in un oblìo
orrido e senza senso,
in attesa, in perenne attesa.
nel mio sogno
emergevano due colonne
antiche, greche,
da un pavimento a scacchi
e il tutto si svolgeva in modo dinamico,
e il respiro mi mancava.
di fronte a me
stava morendo una lattina,
si accartocciava a poco a poco
fino a diventare piatta
con delle nuvole a palloncino
che la portavano via.
mi sentivo come un ombrello
su una macchina da cucire
sopra un lettino operatorio
che schiacciava una persona,
il sangue era ovunque
e scivolava sul pavimento.
ho vagato in questo sogno
troppo a lungo
tanto da sentirmi in una casa,
in una grande casa
da sentirmi piccolo piccolo,
dove finestre e balconi
ruotavano attorno a me,
come se fosse
un ritratto di un pensiero,
di un ricordo troppo presente
o di un presente troppo lontano.
non so,
voglio vivere nel dubbio,
unico modo per conoscere il vero,
ma il vero non esiste
se lo cerchiamo continuamente,
e allora dubito, più che si possa.
vago, nient'altro che vagare
e andare lontano,
soffermandomi sotto
a un monumento di Dante,
ascoltando grida lontane
che dicevano:>;
stavo per calpestare fiori sacri
nel giardino della poesia.
mi addentrai oltre il recinto,
cosa ci sara dall'altra parte?
c'era una porta con su scritto
"Dio è morto" con una scrittura
infantile, e decisi di colpo
di mettermi a giocare,
unica cosa che rende liberi.
in questo deserto di emozioni
mi sento morire
da un senso di sublime
e di grandezza del mondo,
vedendolo dalla cima
di una montagna.
vidi un pastore
cercare le sue pecorelle
all'interno di un quadro,
come se fosse un filosofo
con i suoi discepoli
che si addentra nelle loro menti.
all'alba di un giorno qualunque
feci un piccolo discorso
guardando fisso il sole:
"condanno la mia anima
all'altare del dubbio,
è esistito veramente tutto questo?
ditemi, o non lo voglio sapere.
e' tutto un mondo
che ruota attorno
all'amore e alla morte,
cosa è che fa più male?
ditemi, o non lo voglio sapere.
tutto è caos perchè abbiamo memoria
e ci facciamo domande
sull'esistenza e su come diventare
immortali, ma agli animali non importa,
meglio vivere come animali?
ditemi o non lo voglio sapere.
condanno tutto,
voglio dubitare di tutto,
così saprò la verità
e non mi spoglierò mai
da questo scetticismo,
lo giuro di fronte a questo altare,
e voi vi spoglierete mai?
ditemi o non lo voglio sapere".
a tutto ciò bisogna mettere una "fine",
ora basta, continuo a cercare nel mio sogno.
apro gli occhi,
mi sveglio
e scopro che esisto,
e ricordatevi che niente
è come appare e niente
è come sembra.
siamo solo ombre
che cercano luce.
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Col dovuto rispetto, ché la poesia lo merita, mi fa pensare ad un incedere cantautorale, con Franco Battiato e Francesco Guccini in bella evidenza! Ciao ;-)

il 22/10/2020 alle 01:19

Credo sia un classico caso di dispersione. Troppi temi in un solo lavoro, si fa fatica a distinguerli e districarsi tra essi. Ma la stoffa c'è e si vede.

il 22/10/2020 alle 15:12