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Pubblicata il 21/10/2020
Campi ombiosi
si campieggiavano
in tramonti albosi,
mentre la natura,
severa e buggia,
si lamentava
con venti a fioccia
e con tuoni
e pioggia livura.
in cielo
si scatenava
l'ira furdiante
di Dei imbersi
in putridi pensieri,
da infuriare
le urginanti pezzìe
balliate
che si dividevano
in due, tre remiti
tirtiosi,
che s'imbiuggiavano
in cascate albicce
fino a scontrarsi
in un fossignano
improfio.
erbuggiano campi ombiosi,
ombiosissimi,
e nulla divenge
in pennìci mesti,
se non la lutida
fievide
in mulgestose vasìe
e fercolianti tergide
schiuse lumenti
o lumentose.
dicono i campi
di dispargere
chicchi di diggini
durante pioggie fiffine
e poi di andare via
sopra giveliate
ghiacciate o fredde,
e poi morire,
finendo fuori
dal mondo e da noi stessi,
e rinascere in fiori.
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E' un po' stiracchiata. peccato

il 21/10/2020 alle 21:34