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Pubblicata il 19/10/2020
“Leggimi un Salmo”

-disse mia madre-

con un fiotto di voce raggrumata.

ed io, aprendo a caso l’immortale libro,

nel silenzio della stanza lo intonai:

“Ho sperato, ho sperato nel Signore,

ed Egli su di me si è chinato,

ha dato ascolto al mio grido”.

una luce s’insinuò tra la pupilla e lo sguardo

di mia madre, e mansueta come agnella mi sorrise.

ed io proseguendo.

“ Mi ha tratto dalla fossa della morte…”

e la voce onda alta diveniva,

e urlo non gridato, e ribellione per secoli sopita.

si levò un coro,

come da bocche oppresse dal silenzio.

raggiungeva tutti i morti dimenticati,

i vivi con un piede nella fossa.

era un video, mia madre, ingigantito,

e proiettava le sue angosce sui miei giorni.

di colpo sentii nelle mie vene

l’incolmabile ritardo della storia,

i suoi treni perduti, le sterili attese.

sentii il passato e il presente

impossessarsi del mio Io ereditato,

quale gesto d’invasore che impone dittature.

come bimbo cullato l’affanno si acquietava,

ed allentò, mia madre, la stretta della mano,

come chi ha smesso di temere.

allora, solo allora, alla mia ansia concessi di apparire:

all’ansia degli occhi e della mano,

all’ansia del cuore e del domani,

all’ansia della vita e della morte.

caduto, ormai lo schermo delle convenzioni,

mia madre mi appariva in tutta la sua statuaria fragilità.

le sue fibre suonarono allora,

la tastiera infinita del dolore.

nelle sue canne d’organo serbava il pianto

di tutti i bimbi abortiti dalla miseria,

tutti i giochi perduti dell’infanzia,

il sudore del pane proletario,

il suo tempo di carrube e d’innocenza.

il pugno chiuso, ora impotente, ripongo.

il pugno che sa del grano e della zolla.

del verde degli ulivi e i mandorleti.

il pugno ammansito, ora ripongo

sul grembo delle attese e dei domani,

mentre il davidico salmo torna a consolare

come l’incontro dell’Angelo e Daniele.

“Mi hai messo sulla bocca

un canto nuovo”

un canto di raccolti e di sereno,

un canto di vendemmie e fioriture.
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Oggi, per il compleanno di mia madre, ho voluto donarle questo mazzolino di versi odorosi d'amor filiale.

il 20/10/2020 alle 08:26

IL tempo delle carrube e dell'innocenza esaltano i ricordi. Sempre bella! Ciao.

il 20/10/2020 alle 09:22

Grazie Mitri. Ciao

il 20/10/2020 alle 15:37

Quanta giovialità riesci ad evocare tanti auguri di felicità per la Mamma Buona serata

il 20/10/2020 alle 16:55

In questo scritto ce' la penna dell'Anima e l'inchiostro del Cuore ,un saluto

il 20/10/2020 alle 18:24

Grazie carissimo Paolocci, grazie amico poeta

il 21/10/2020 alle 09:05

Cara amica, ho letto con infinito piacere questi tuoi versi che che parlano del tuo vissuto con toccante efficacia e palesano un'anima dolce e delicata che si abbevera nelle sacre scritture, le medita come pochi altri alla luce delle proprie esperienze di vita che fanno da linfa alle tue poesie che sgorgano dal cuore, zampillano dalla tua anima con una delicatezza unica. Cara amica, quando si ascolta il proprio cuore, quando è il cuore è il centro dell'ispirazione poetica, quando tutto sgorga dal cuore come un'acqua limpida, la poesia mette le ali, vola nel sole e palesa una confidenza con la poesia che pochi altri possono vantare. Grazie per questi versi!

il 28/01/2021 alle 15:15

Grazie a te poetadelmare per il bel commento.

il 28/01/2021 alle 16:19