Ovile incanto,
già non posso resistere.
mi ficcio, come sempre,
dietro un viercio disuso,
come beggiola d'autunno.
ovile incanto
dietro i vetri moschitti,
dietro le facce fantisiose,
dietro le montagne cieche,
che si fullano sopra il cielo
fino a diventare corciorelle.
delicate stanze in cui
m'affiosco delicatamente
sopra un mascio
di miuse d'avorio,
quasi leggere,
piene di biamina in polvere,
che si va a velleviare
sopra e sotto.
un incanto,
ma non posso resistere,
sdermiato da giuncesche
mattine solfiate,
con la voglia di raffia,
e con il vento ussioso
sulla pelle.
come in autunno,
le foglie soffiumano
lentamente
fino a toccare la lugera
bagnata, lasciata dalla pioggia,
a terra.
decisi di sciogliermi
dentro un maffio fatto
d'acqua e nuvole,
e luviando
finisco dietro un erbura
verdognola,
quasi clucida di colori freddi.
dormo sulla sfumìa piena
e ci resto come d'incanto,
e dico "Addio!" intanto...