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Utente eliminato
Pubblicata il 15/03/2003
Fu il sole del mattino a ridare al capo chino
del mio anziano genitore,un barlume di speranza.
Era muto in questa stanza;
non mangiava non beveva...con lo sguardo spento e assente
percorreva con la mente
i silenzi dei ricordi.Sulla riva dei suoi mari,
con gli orecchi grandi e sordi riascoltava senza lena il vociar della sua pena.
Oh cattiva mala sorte!
Fu la mano del terrore a bussare alle sue porte:
_Posso entrare_?domandava.E mio padre non parlava.
Quando giunge il nero inganno e l'età si fa malanno
l'uomo stanco della vita scorge solo la salita.
E la morte ha mille voci,e la morte ha troppi occhi
gli anni andati sono tanti,gli anni avanti sembran pochi.
Nel grigiore dei pensieri supplicando i suoi ieri
non diceva una parola e quel nodo stretto in gola
gli induriva i lineamenti.
Eran muti i suoi lamenti come un suono ridondante
_Guarda pà,fuori è levante_!
Ma quel vento non lo udiva,non sentiva le stagioni
e la pioggia sul suo tetto di mattoni
era un suono antico e smorto
come il filo della vita:troppo corto.
Nel suo sguardo volto al nulla
ritrovava la sua terra,la campagna grigia e brulla,
poche piante rigogliose,contadine come spose
che portavan sulle nuche cesta colme di primizie
e negli occhi eran chiare le malizie
innocenti dell'amore...
...Poi vedeva solo suore
con sul petto un crocifisso e nel buio stava fisso
a contare i giorni mesti.
Eran vani i nostri gesti.
Non capiva la premura che da sempre ha la natura nel donar pazienza e affetto
a chi ha un caro sempre a letto.
Poi un giorno all'improvviso,
lo trovammo senza vita e un gran sorriso...
mentre un raggio ditepore
gli sfiorava il petto e il cuore.
Fu svilita la tristezza
di scoprire nella brezza
della morte
che la luce si fa forte
e la tenebra svanisce tra le ombrose fitte strisce
che racchiudono speranza.
E quel sole,con oltranza
sul suo viso volto al cielo,
gli rubava piano il velo
che il terrore del trapasso gli cucì senza fer chiasso.
E mio padre morì bene
cancellando le sue pene.E trvò in quel caldo raggio
il perduto suo coraggio
di affrontare saggiamente il destino di chi sente
che la morte anch'essa è vita
e sta dietro una salita
che trsforma il trepidìo
nel più celestiale oblìo
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no comment...dovresti vedere la mia faccia in questo momento....silenzio è il solo commento.brava un bacio

il 12/06/2003 alle 10:13