PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 03/10/2020
Il disagio nasce dal non capire, dall'oscurità, dalle menzogne. Abbiamo bisogno di capire: come siamo fatti e com'è fatto il mondo, spiegarlo con le parole è un passo successivo.

andare dentro, fin dove è possibile, spingersi oltre per trovare particelle piccolissime, minuscoli granelli di materia e antimateria, le forze che li governano, il rapporto con il tempo che sembra non conoscere requie, poi intuire che questo ostile e meraviglioso tempo è dentro di noi a scandire la nostra esperienza...fin dove è possibile spingersi prima di scoprire nuove realtà? Al punto estremo, quello che ci separa dal nulla o dal tutto.

ci sono due punti estremi, il principio e la fine. Senza memoria, il principio, satura di vita, la fine. Mi sforzo di ricordare momenti della mia infanzia, sempre più indietro, ma non riesco a visualizzare prima dei quattro anni, ricordo voci, oggetti. Che ne faremo, in prossimità della fine, di tutte le nostre esperienze? I libri letti o scritti, gli affetti, le battaglie vinte?

immagino un uomo che si avvia con questo bagaglio pesante verso il punto estremo, lasciare un corpo ormai consumato, e regalarsi una nuova esperienza...ricordo una novella di Verga dal titolo "La roba" dove alla fine Mazzarò esclamava: "Roba mia, vientene con me".

...e se, in prossimità della fine, ci si arrivasse nudi e crudi, dopo aver lasciato il bagaglio materiale e il bagaglio immateriale in un fienile? Nudi e crudi, solo con la consapevolezza di essere un centro di gravità permanente (parole di Battiato)...particelle piccolissime di materia e antimateria che plasmandosi regalino un'altra vita che comincia senza memoria...
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Alla ricerca di segni dell'alfa e dell'omega. Ma anche se li trovassi sarebbero segni puri, esenti da "roba" e altre scorie del vissuto.

il 03/10/2020 alle 13:09

Segni puri...chissà se il nostro sentire sarebbe in grado di percepirli. Ciao Eriot e grazie del tuo pensiero.

il 03/10/2020 alle 18:28

Intelligente e piacevole testo...un invito a soffermarsi a meditare su ciò che scrivi...

il 03/10/2020 alle 21:09

Grazie Gabri, un saluto e una buona domenica.

il 04/10/2020 alle 07:02

Io invece immagino la memoria come una lampadina che si accende con un interruttore, è sempre stata lì ma a volte l'interruttore è spento, penso che in certe condizioni si potrebbe arrivare ad accendere una memoria prenatale. Ciao Genziana.

il 04/10/2020 alle 11:25

Vincent, poichè non riusciamo a comprendere ed assimilare, nell'attimo, il tutto, procediamo da sempre, necessariamente, con le parole, l'unico strumento in nostro possesso. E' un processo inverso a quello che vorremmo ma è così. E' l'unica povera risorsa a disposizione di noi poveri mortali. Ci spaventa l'oblio, l'annullamento dell'IO, l'inutilità di un'esperienza in vita; il dubbio se dopo ci sarà luce o buio? Restiamo attoniti di fronte al tempo? Sono cattolico ma ti cito a questo proposito: «O quell'altro che passando per città dai tetti crollati, disse: "Come potrà Dio darle la vita dopo la sua morte?" Dio lo tenne morto per cento anni, poi lo resuscitò e disse: 'Quanto sei rimasto?" Disse: "Sono rimasto un giorno, o una parte di giorno". Disse: "No, sei rimasto cento anni...» (Corano II 259).

il 04/10/2020 alle 12:58

Grazie ancient per questo prezioso commento. La fede è la conquista più importante.

il 04/10/2020 alle 13:55