PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 19/09/2020
Si distingueva per un sottogola scavato ed imbrattato da lunghi e folti fili di barba bianca, aggrovigliati in nodi stretti. Lo sguardo allargato, allucinato, evidenziato da folte ciglia e sopracciglia disordinate, spalancato su quello che la mia percezione del momento ricondusse durante il primo incontro alla realtà dell'oggi ma che in verità, alla luce delle rade occasioni successive, parve appartenere ad un trapassato remoto. Era già sbucato alcuni mesi prima dagli angoli del condominio, a volte solo, altre volte in compagnia della moglie canuta e praticamente cieca, incerta del suo passo, in brevi passeggiate nel giardino. "Stanotte qualcuno ha rotto una fioriera, il terriccio è sparso anche sui tabelloni che portano agli ingressi, gira brutta gente di notte". Non so se arrivò prima questa frase o la sua esile, logora figura, sbucata una mattina da uno dei tanti spigoli della facciata. Casualmente quella notte ero rientrato tardi, reduce da una cena e da baci ormai evaporati come le bollicine di una bottiglia di spumante lasciata aperta, senza l'accortezza di un cucchiaino d'argento lasciato a custodia delle effervescenze. "Non saprei, sono arrivato dopo la mezzanotte e non ho notato nulla" risposi incerto e guardingo sotto quello sguardo inquisitore. Credo che in quel preciso istante fiutò la mia innocenza ed intuì la mia appartenenza alle sue stesse radici, quelle di un clochard fintamente rivestito con abiti borghesi, con un breve conto in banca ed un testamento ancora da destinare. "Ho fatto il Vigile del Fuoco.. ho accompagnato mia moglie a Marsiglia da un oculista famoso... collaboro con le Forze dell'Ordine come Carabiniere in congedo... mia figlia mi ha donato due dei suoi bei conigli ed uno di essi l'ho offerto gratis al macellaio ma lui l'ha rifiutato, che gente.... quanto spazio c'è adesso in questo parcheggio...". Questi, in breve, i monologhi occorsi durante i successivi occasionali incontri con l'uomo dalla giacca a vento, i jeans e le scarpe da tennis scoloriti, buoni per tutte le occasioni e tutte le stagioni, salvo una leggera maglietta a maniche corte a fine lock-down. Frasi sul limite dell'orizzonte degli eventi a cui facevano seguito vaghe risposte per non cadere nell'abisso, nei gorghi dell'assoluto. Poi, settimane dopo, una lunga scala dei Pompieri arrampicata una sera sul suo balcone al secondo piano, illuminato da rotanti luci blu. Richiami vani, senza un'eco in risposta. Non ho mai chiesto ai vicini per quella che alcuni definirono, ai tempi di Caporetto, "carità patria", e che oggi ancora in molti catalogano, ipocritamente, come "indifferenza", però nessun articolo di cronaca nera locale apparve nei giorni successivi. Del resto, in quel periodo ero e sono tutt'oggi sprovvisto di fiori e sconosciute mi sono le "opere di bene". A proposito di scale, mi viene in mente quella volta che mi arrampicai su un albero per far scendere un cucciolo di micio e crollai rovinosamente a terra mentre quell'imprudente s'involava. Rimasi per lunghi minuti a terra dolorante ma poi mi rialzai e tornai al lavoro. Chi assistette alla scena disse che ero stato miracolato da un Santo. No, più probabilmente da quel gatto che mi fece dono di una delle sue sette vite, lo stesso numero che il Destino elargisce agli ultimi e che certamente conosce, nell'intimo, me e quel povero/ricco fagotto di stracci protetto dalle intemperie della vita solo da una sottile giacca a vento.
  • Attualmente 3.88889/5 meriti.
3,9/5 meriti (9 voti)

Bello il passaggio in cui l'uno fiuta l'innocenza dell'altro, viva, oltre gli abiti borghesi e ne riconosce l'appartenenza. Di spessore tutto l'insieme.

il 23/09/2020 alle 11:37

Gli "spessori" hanno misure variabili, si va dalla sottile crosta di ghiaccio allo strato di permafrost. Grazie Arlette per la tua lettura.

il 23/09/2020 alle 13:16

Ne sono certa Ancientdreams. Qui c'è il giusto spessore, quello che si frappone fra il cappello di un alpino e la sua fiera testa.

il 23/09/2020 alle 21:56