Su sto’ lembo
Di spiaggia
Amo passeggiare,
nelle notti afose
al lento rimirare
del vezzo
della luna.
Mentre scende
La sera
E le sue Dee,
veggo vestire,
di veli trasparenti
la scogliera.
Quella notte
Quando il cieco
Scolorir
D’ ombre neglette,
cede al chiarore
delle stelle,
vidi tra i marosi
che ondeggiava,
una lucciola marina.
Quando la deriva
La pose sulla sabbia,
mi avvicinai e vidi
una verde bottiglia.
All’ interno
Chiuso da un filo
Accartocciato
Giacea un messaggio.
Svolsi il piccolo
Papiro e il mio core
Palpito’ alle note:
“Sconosciuto,
che il mio messaggio
troverai,
se vorrai racconta
al mondo la mia storia,
naufrago fra le onde,
smarrito su questo lembo
di terra,
partii un di’
per dimenticare
il mio folle amore.
Ora che a lei
Non potro’
Giammai tornare,
neanche se vorro’
a rimirare
le sue bianche gote,
or che son rimasto,
un arciere
senza il bersaglio,
reca il mio triste
testamento:
che ella porti un giglio
sulla riva,
e baciandolo lo getti
in mare.
La mia anima
Che vaga
Tra questi flutti,
lo potra carpire.
Il mio amor si chiama…”
E l’ acqua ne avea
Scolorito il nome.
Richiusi la bottiglia
E la lanciai al mare,
che torni al mittente,
li all’ incedere del sole
verso le fronde,
che si tuffano gaie
nelle acque profonde.
Occam