Non c’è più la chiave sotto la porta della casetta,
sull’aia è rimasta soltanto la pallina di pezza del tuo gatto
(chissà dove l’avranno portato)
ed il catino dove ci cambiavi l’acqua.
il tuo gatto,
ho sempre avuto il sospetto,
che immobile ad aspettar lucertole,
non desse importanza al tempo
come te che scavavi a ottant’anni ancora
nuove trincee per giovani barbatelle.
ricordo quando mi insegnavi
che dove crescono i pini al posto della vigna
è perché i vecchi son giù nel cimitero:
quello di fronte al mare.
"Vedi Giorgio tra poco sarà così anche qui
e quest’estate o la prossima
i "foresti " porteranno
sotto il muretto vicino all’albicocco
le sdraio per riposarsi al sole"
così mi dicevi intercalando
una citazione di Pascoli ad una
di Montale.
e nel girare la chiave
prima del saluto
mi ricordavi ancora
l'ignoranza dei vicini
analfabeti del vino e della terra.
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