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Pubblicata il 14/03/2003
Buia ancor la notte quando il risveglio
ci toglie il breve sonno;torpori agitati
movimentano leste levate dai comuni giacigli
cigolanti,umori saturi di sonno vagano silenti,

ognun scende dal camerone col proprio zaino,
sembriam già stanchi ancor davanti al the
fumante che il rifugista mesce,niente parole,
pochi gesti e uscita alla chetichella.

Tutti col naso all'insu a rimirar nel cielo
il chiaro manto delle stelle e una grande
luna che rischiara monti e valli ed il sentier
che ora andremo a praticare.

Armonici suoni e tenui rumori e luccicar di pile ci
accompagnano per quella vaga traccia dalla rugiada
erba,scricchiolio di scarponi coperto dallo scrosciar
del torrente che ribolle giù per la valle;

brusii leggeri dallo strofinio degl'indumenti e
vaporoso l'alitar nel fresco mattino di li a venire,
lieve l'ansimar che ci conduce su per la montagna
sempre più immensa lassù fra l'irte cime.

L'alba ci coglie sul ghiacciaio appen giunti,
quel roseo trastullar di luci fra notte e di,
staglia ombre sommesse di alpinisti dai profili
tutti eguali,legati in fila indiana.

Nulla ormai ci può togliere questo magico momento,
non servon più nemmen le indicazioni,ognun vede e sa di questo incanto ,or quassù niente è vano
e mai nessuno è troppo avvezzo.

Poco ha da rumoreggiar quel ghiacciaio dai
ramponi penetrato,solo colpi lievi di piccozza
che agevolano il salir,scorre frusciante la corda
già brizzolata dai cristalli, solo nuvole di fiati

senza suoni si dissolvono nell'aere. Indisturbato
il giorno sta per venire,gia il sole di raggi le nevi
ed i ghiacci fa scintillare,luccica il riverbero,dai bagliori sempre più intenso,gia mutante è l'aria,

di calura immersa.Or la neve è meno resistente al regolare calpestio,mutano la consistenza e rivoli
d'acqua s'aprono la via fra i nudi ghiacci dalle evidenti crepe e dai colori intensi;il giorno avanza

e la meta è ancor lontana. Rimbrottano nel gruppo dalle stanche membra,lassù dobbiamo arrivare,la
traccia è sempre quella,arde la sete subito spenta
dalle borracce pronte,frenetico è l'andar per

giunger presto. E lassù la nostra cima sta a guardare,tutt'intorno vette di bianco vestite,
ribollono le nubi dai gonfi lembi mossi dal vento,
salgono le nebbie che tutto avvolgono e mesto

riducono l'andar.E' solo un attimo e poi tutto
si dissolve e l'animo si veste di fervida letizia,
or ardono gli spiriti nel gruppo al veder giunta la meta,ancor più grande quella croce che vigila

la cima.E l'anima quassù resta a vegliar quest'alte cime per tanti giorni ancora a far si che chi dietro a noi pervenga trovi ancor gli spirti nostri pronti
all'accoglienza e a dar vita a chi quassù giunge.



Simon
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