PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 02/09/2020
Una mano che disegna se stessa.

muta pittura su tela
sale e scende prigioniera
le scale nella gabbia.

vorrei aprire la porta
ma temo di uscire da questo cubo.
temo la ragione con le sue trappole nascoste,
ombre misteriose che sfuggono al controllo.

la paura è figlia del pensiero.
È una donna che ama solo se stessa,
madre e figlia di un solo corpo,
mi ha nascosto la chiave che apre la porta.

voglio uscire dal cubo,
voglio uscire da me stesso.
oh leggera farfalla che voli senza direzione!
mi lusinghi e mi tenti.

non puoi impedire la mia evasione.
un folle riesce sempre a fuggire dalla gabbia,
dal cubo e dal mondo.
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L'incipit mi ha ricordato le famose mani di Escher che si disegnano vicendevolmente. Il prosieguo del testo non rimane su quella linea di pensiero (mi sembra), ma mi è comunque piaciuto.

il 02/09/2020 alle 20:04

Bravo, quello è stato l'impulso. Il prosieguo è impossibile, come le opere di Escher.

il 02/09/2020 alle 23:22

Mi sembra un disegno di Escher ? Bravo.

il 03/09/2020 alle 07:59

Ho letto fino a questa numero 11, dal prologo "Poesie impossibili" in cui definisci i tratti della tua persona. E' un bel viaggio che hai intrapreso, che affascina.

il 09/01/2021 alle 15:25

Grazie della compagnia. :-)

il 09/01/2021 alle 17:12