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Pubblicata il 26/08/2020
Sono sordo,
completamente
sordo,
sordo,
con la sventura,
del divenire,
un uomo,
strappato,
dalla realtà
che fa rumore.

le bocche,
le vedo aprire,
ma alcun suono,
sento pronunciare,
sento solo,
la musica,
la mia musica,
dal cervello,
partorita,
ed elaborata,
nel pentagramma,
posata,
per rimanere,
impressa
nei
secoli
a venire,
oltre
i cancelli
del perpetuo,
sconfinamento,
stellato.

per comunicare,
con l'esterno,
sigillato,
con cura,
da una
copertura
emisferica,
cristallina,
che non lascia
uscire,
alcun suono,
uso
i miei
quaderni,
quaderni,
di conversazione,
e poi.......

È poi......

mi chiudo,
nel mio
personale,
mondo,
da me
ricreato,
utilizzando,
strumenti,
che risiedono,
nei miei organi,
viscerale
canto,
liberatorio,
ed essenziale...

e suono.....

suono....

suono,
con le corde,
e i marteleti
del mio
essere,
essere
compositore.

un maestro
di capella
ha finito,
di dirigere,
la nona,
io,
ho condiviso
il palco,
con lui,
davanti al
leggio
a gesticolare,
furiosamente
con difficoltà,
seguivo
le vibrazioni
delle note,
senza voce.

il finale,
e poi.....

È poi,
gli,
orchestrali,
mi prendono,
mi fanno voltare,
il fragore,
di fazzoletti
bianchi,
di capelli,
di mani
alzate.....

un mare,
di fazzoletti
bianchi,
di capelli,
di mani
alzate,
applaudono,
per cinque
volte
acclamato.

un mare,
di fazzoletti
bianchi,
di capelli,
di mani
alzate,
mi sommergono,
restituendomi,
la gioia,
del mio,
essere,
essere
compositore
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Troppo lunga per me

il 27/08/2020 alle 07:39