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Pubblicata il 13/03/2003
Sfavilla corona adirata
e fuoco orizzonatale morde
e s'incurva al passo
dei cannoni
l'ottenebrato pensiero
negli argini rotti
di pianure cerulee
e purulente
di orizzonti mai rotti
di vita uguale e stolida
di passo morbido
di malcelati umori languidi
Simmetrie divelte
dall'alte grida e gli spari
al nascer di profili frastagliati
al cupo strider dell'odio
di lago immoto perdizione
Che sia la guerra, quindi
che spazzi via la polvere
che soffi impuro vento
che si erga l'onda amara
sul vitreo declinare
di vita
senza vita
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Pregevole, Andrea!
Ma con quel che accade nel sito da qualche giorno (pioggia di poesie e scarsa qualità), è difficile che emrgano le migliori anche visivamente.
Questa meritava di più.
Fluida nello stile e misurata nelle parole, s'ode un rumore lontano della guerra.
La parte finale è bella.
Bravo
Er

il 13/03/2003 alle 21:27

Grazie, Nemo. In questa bagarre di bandiere iridate che imperversano ipocritamente in ogni dove non mi aspettavo certo un gran successo per un ode alla guerra, anche se la guerra al quale faccio riferimento e tutta interiore e ha poco a che vedere con i recenti fatti di cronaca.
Un caro saluto
Andrea

il 13/03/2003 alle 21:53

Onoro
della vita
il grido
e che polvere
nasconda
macerie....

bella andrea davvero
e sono d'accordo con nemo
questa tua lirica meritava di più
un bacio e un five

il 13/03/2003 alle 22:37

Davvero gentile, Cri, ma come ho già risposto a Ernesto, non mi aspettavo molto di più, visto l'argomento decisamente fuori moda.
Un bacio.
Andrea.

il 13/03/2003 alle 23:25

Grazie, Nero. Tu sai che io invece sono favorevole a questa guerra o meglio ritengo che come tutte le guerre per il petrolio sia per noi indispensabile.
Ciao.
Andrea.

il 14/03/2003 alle 08:09