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Pubblicata il 02/08/2020
Le 5 del mattino.
denudato, quasi spoglio, sto attento
a non venerarmi.

la mia carne si dona a questa strada,
a una lieve luce un po’ accasciata
sanguinante;
sto attento a non idolatrarmi.

Le impronte dei tuoi baci
si dischiudono come fiori nell' attesa dell' alba.
le 5 del mattino
coesistono con la mia voglia

di melodie estatiche.
ho sempre cercato l’estasi
nell' icona cupa e sacra

annerita
nera di ebrezza

dei tuoi baci

che svaniranno con l'alba
e inizieranno a passare
i bipedi con i quadrupedi
che pisciano
e una coltre di nostalgia mi tormenterà.
e allora andrò a prendermi da bere,
senza guardarmi attorno
ascolterò le campane

ma non mi idolatrerò.

delle dee che parlano
sanscrito
usciranno dall' albergo
profumate di gelsomino
e io ebro rosicchierò
le loro trecce orientali.

ma non mi venererò
non mi appassionerò
al nero cuore che oltrepassa
la mia individualità.

no, mi faccio strada fra i guardrail
catarifrangenti di raggi ultravioletti
e respiro senza approvare o disapprovare
il vento.
la strada è un asse longitudinale che non va

a destra o a sinistra come è logico che sia.
in relazione a cosa esistiamo?
alla morte?
mi inganni come un bambino
che aspira lacrime.

ha rubato una brace accesa
ma era un capezzolo eccitato.
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Non mi venererò, non mi idolatrerò, non mi monterò la testa perchè io sono uno dei tanti, mi fai capire che sono speciale e invece sono uno come tanti, un oscuro oggetto del desiderio.

il 02/08/2020 alle 11:39

Ciao vincent corbo, si hai ragione uno dei tanti e tanti in uno. Tu mi piaci forse mi assomigli in qualche modo oscuro...

il 02/08/2020 alle 12:30

Bella poesia, stupenda chiusa! Congratulazioni… ;-)

il 03/08/2020 alle 00:48

Grazie sopratutto perche detto da te che stimo

il 03/08/2020 alle 10:13