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Pubblicata il 20/07/2020
Dieci pulci d'acqua giocano sul fiume
immoto, della sera: tra i piedi leggeri,
ignari di peso, il sole si affaccia,
scintilla un momento: chi mai farà in tempo
a spendere dieci monete di luce,
chi mai avrà il coraggio di dieci puntate
a questa roulette? In questa città
del lutto e del pianto scintillano, al più,
pozze di piombo, al guizzo di reni
di scimmie del sole: e l'iride putre
di rettili antichi distende i colori
di piaghe d'Egitto.
impuro cristallo d'antica prigione,
di sale e di zolfo condensi il delitto
di chi volle farsi da uomo, sovrano
di un mondo nel quale non c'era bisogno
di re e di corone, ma solo di chi
sa stare seduto ai piedi di un melo,
a amare il prodigio rotondo, perfetto
di sfere di frutti, e del sole.
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