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Pubblicata il 06/07/2020
In mezzo alle nuvole
nel mese di luglio
un gabbiano
del mediterraneo
sale e scende
sottovento e di brezza
è tutto suo questo ovale.
non ci sono forni
nel mediterraneo,
il fumo che sale
è delle pizzerie
della costa
profuma acciughe
olive e pepato.
il gabbiano
si abbassa radente
alle onde interdette
da questi insoliti pesci,
li ascolta morire
gridare al dio
che sta in cielo
lì difronte al mare
li vede andare
giù, e poi
tentare
la risalita,
li vede,
stringere in mano
qualcosa di umano
di inutile
di memoria
di eredità.
il gabbiano
ora si allontana
la linea
del tramonto
è interrotta
da tanti sogni
giorni a venire
negati,
madri senza figli
e figli senza padre
paternità
patria.
acqua che spazza
le parole in bocca
acqua che accoglie
acqua che scioglie le mani
acqua che chiude il cerchio
acqua che culla le parole
parole che sono nell’acqua
si nasconde il gabbiano
negli occhi
lo sgomento
nelle ali
il pianto
dei cuccioli d’uomo
come i suoi nel nido
la paura trema
sulle piume
che il vento
non fa volare.
la paura
cade in acqua
spiumazza sugli spruzzi
arriva alla costa
nelle pizzerie
un brivido
coglie
di un incerto
destino.
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