mattina di fuoco
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oblìo di una mattina di fuoco
quando una mano stringeva la mia
per contraddirla
quando il bianco aveva un calore
di scarica elettrica
un bagliore di suoni concentrici
e nel petto vulcani.
avevi il cuore nell’automobile
in viaggio su nastri di solitudine
che non potevi recintare in sorrisi di circostanza
che non potevi scambiare
con un addio da quattro soldi
che mi potesse inutilmente consolare
dai gesti d’ebano dell’abbandono.
ora io sono vivo nel mio disagio
esisto come il povero che sogna lotterie
dove si vincono riscatti che sanno di esplosione
di mille mattine di fuoco
quando una mano stringeva la tua
con la violenza di una carezza. (*)
(guga
2010, Marzo)
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