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Pubblicata il 09/05/2020
( A mia madre, Gesualda)

ti perderò, quando l’ultimo velo d’ombra
scenderà sulle spalliere delle tue rose gialle.
io, impaurita da tanto silenzio,
guarderò dalle vetrate
dove cospirarono di briciole i tuoi passeri.

se sfoglierò le pagine del tempo
la piena dei ricordi
affluirà di nenie antiche
e di favole che un giorno mi narrasti
con fare di teatrante.

ti perderò,
quando il fiore dei tuoi anni
smarrirà l’ultimo petalo
e a me resterà solo il profumo
del pane mattutino.
un’ansia irragionevole
frugherà tra le cose passate
per caparre di reliquie.

quel giorno,
un vento di libeccio
spazzerà l’eco di un canto,
e a guardia del tuo bucato
si leverà il cipresso del tedio.

crescerà un lenzuolo di muschio
sull’orma che lasciasti nel giardino
e gli amorosi sguardi,
che un giorno germinarono bagliori,
saranno fiaccole spente.

allora mi perderò,
come chi teme il buio,
come quando bambina ti lasciai la mano,

mi perderò, inciampando nella trama oscura
della tua epigrafe se non risponderai al mio richiamo,
madre.
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Brava Anna ad evitare le trappole della retorica a cui il tema, sembra condurre ,inevitabilmente. Mi è piaciuta più della precedente . Ciao. Auguri.

il 10/05/2020 alle 09:47

Grazie Mitri

il 10/05/2020 alle 11:23

Comunque, grazie per la tua franchezza.

il 10/05/2020 alle 20:58

A me piace come la precedente.

il 11/05/2020 alle 12:46

Grazie Benandato

il 02/05/2021 alle 08:42