La mia vista si è assorta
nell’intrigo dei tuoi capelli
sbocciati sulle contusioni di antica
acquaforte e gli uccellini si accapigliano
sulla tua chioma ammuffita
è bella la coda di collodio
a oriente
è bello il bordo merlettato
e paziente
ritratto pressato da oscuri biancori…
e volano via gli uccellini con le loro delicate
bestemmie
e le tue cinerine
occhiaie lacrimano
rivoli d’argento ingiallito….
trasfondi la notte
sui tuoi capelli impassibili
miliardi di forcine si annidano
nei miei cromosomi….
me ne andrò con le tue impronte impresse nella
cadenza dei mie passi contusi
di storpio silenzioso.
e ritornerai ad essere la donna meticolosa
davanti lo specchio di ammirati capelli
mai scalfiti da asfissianti colori…
guardo l’ombra incatenata sullo sfondo
stampata in una illibata bambinesca
processione che inquieta brilla
accostandosi al cinereo tramezzo
sterminata dalla luce in una cornice
fiabesca.