notte ubriaca
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neanche la carezza di un urlo ti ha fermata
quando sei corsa via lamentandoti: “il mondo
è una cosa da non credere per poterci credere”.
ti sei girata dentro di me come un’idea fulminata
incurante delle mie cellule meravigliate e stordite:
“Stiamo allevando un cucciolo di speranza…”.
sto perdendo la sfida delle perle e i coralli:
ti ho vista fissare l’ectoplasma dell'addio
fantasma corporeo dilatato nel viaggio.
non so la dimensione del giorno che mi chiede:
“Dobbiamo ancora credere di poterci credere?...”
ma svanisce nella notte ubriaca di stelle.
(guga
2009, Settembre)
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