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Tex
Pubblicata il 06/03/2003
E' notte
ed un cielo di piombo
piange lacrime nere
sui sogni perduti.

Il lento fluire del tempo
scandisce
la mia attesa,
cancella ore che non torneranno,
scorre tra le dita tese delle mie mani.
Su di me la notte sospira
con un gelido soffio di morte,
col gemito di mille vite
che si spengono
e che implorano salvezza.

Basta!
Non voglio pensare!
Non voglio ricordare
piu'!

Bruci pure la mia mente
instancabile e crudele,
che bruci nel turbinio dei miei pensieri!
Purchè io trovi pace,
purchè mille grida disperate
soffochino
nel silenzio,
purchè io possa tornare ad essere
uno dei tanti,
nel caos di sempre.

Il ragno nero dei miei rimpianti
tesse la sua tela,
un viso diafano di donna
si chiazza
di un sorriso rosso sangue,
geme il mio nome
tendendo le mani.
Salvarsi è fuggire,
fuggire è vivere
ma il mio corpo non vuole obbedire.

Il mio spirito è segnato
da mille piccole croci,
i miei occhi si rifiutano di vedere,
le mie orecchie si rifiutano di sentire,
il mio cuore si rifiuta di battere...

Sono stanto di fuggire,
sono stanco di sentire,
sono stanco di vivere,
sono stanco....
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Versi che hanno un pathos eccezionale, terribile.
Un abbraccio
Flyday

il 06/03/2003 alle 22:04
Tex

Sono piacevolissimamente stupìto e naturalmente confuso dalle tue parole. Pensavo che il mio poetare in questo caso fosse troppo agganciato al
mio sentire. Come dire, troppo intimamente legato al mio sentire. Evidentemente sei estremamente sensibile.Grazie.
Un bacio
Ivo

il 06/03/2003 alle 22:19
Tex

Sei molto gentile. e credo che tu abbia ragione. Intendevano esprimere momenti terribili che avrei preferito non vivere.
Ciao.
Ivo

il 06/03/2003 alle 22:23