Indugia lo sguardo sui colori a cera
nella lentezza di una nuvola,
in quella curva dove la malinconia piega in dolcezza
e porta a galla i pensieri… per poi lasciarli andare.
scivola il dito su una favola.
a pagina tredici la mano soffice di quella
nuvola sulle mie fragilità in un rivolo
è tutta nella morbidezza di una resa.
scorre dai miei occhi il vecchio padre
tra l’arcobaleno e il prossimo capitolo,
senza nient’altro se non imparare ogni
giorno dal crepuscolo che torna a mani
giunte in un lembo sopra il cuscino.
il vecchio pescatore aspetta che abbocchi una scia.
ti leggo nel rosa tenue del disegno degli aeroplani.