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Pubblicata il 15/04/2020
sillogiovanile

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il primo testo di questa silloge porta la data del 1962, quando non avevo ancora vent'anni.
l'ultima è del 1968: sono stato un severo critico con la mia produzione giovanile.
ho salvato soltanto il salvabile!
lo stile non è ancora maturo, ma il dolore è già "un rullo compressore sull'angoscia catrame"...

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i
la catena dei giorni al ciondolo del tempo
la museruola dell'attesa ai denti dell'inquietudine
il lievito dell'inganno nel pane secco dell'avvenire
e il corvo dei ricordi dietro il cancelli

ii
trecentosessantacinque giorni che ti chiamo
urla di pietra
le preghiere mozze
nello stagno del silenzio

a onde concentriche stagioni si accavallano
sulle palme nude i chiodi impietosi dei "no"

iii
neanche al lupo fu data solitudine
ed anello dell'uomo è l'altro uomo

unitevi al nostro fragore

scaveremo profonde voragini
nell'immane montagna del tempo

iv
sui picchi della disfatta il sole delusione
sul tossico dei baci il viatico dell'addio
un rullo compressore sull'angoscia catrame

con quanta voce mi dici "Vai via..."

v
toglietemi il sole di dosso!

schernisce le palpebre
punge le membra
offende ogni riposto angolo di carne
la lama della luce

non vedete come sono insanguinato?

vi
la notte ci spia con miliardi di occhi:
non possiamo sperare di abbatterli contandoli

occorre piuttosto
con la gomma sole
cancellare dal cielo le stelle

vii
la notte sbava i limiti
il silenzio
sfiocca il tessuto labile dei sogni

àncora sei
nell'ondata feroce dell'assenza

viii
azzanno affamato
l'osso abbandono

la notte pulciosa
s'accuccia nell'alba

come cani – latrando

ix
abbandonato
sulla cima sfuggente dei giorni
stravolgo in ansie
smarrite certezze

angoscia trasparente dei plenilunii

x
treni fuggono in ansito febbrile
a barriere di vento ponti alati

petti d'acciaio il tempo non percuote
e non lambisce menti di cristallo

dissodate la terra dei poeti

xi
irride miliardi di soli roventi
la vetta
reitera assurdo il suo sacrificio
il mare
si pasce d'antichi irrisolti fonemi
l'abisso

il tempo
è un triangolo scaleno

xii
nell'istante dell'urlo
iridescenti occhi ci spiano dall'abisso

fatti d'acqua
torniamo a cavalcare nuvole sole vento

ma la terra
genitrice golosa
ci nasconde le ossa dall'insulto della luce

xiii
occhi calcinati avevamo ed assenti
da non riflettere il bagliore dei lampi

esplodendo da cellule gonfie
arroventava il tempo le bocche del sangue

invademmo il delirio

azzurra è la notte
ossa lucenti hanno i corpi di donna
da volte radenti si sfalda in anelli il dolore

moriremo domani

xiv
luce d'occhi affossata nei deserti
dimentica il martirio delle tenebre

funebre note sulla sabbia nuda
l'eco rischiara cupa degli spari

le guerre partoriscono le donne

xv
sono stanco di brucare cemento
e i cavalli non giungono ancora

quando verrai
troverai le mie scarpe sui sassi

xvi
al collo delle idee la mannaia del tempo
ai polsi della rabbia la catena del dubbio

da vivo
potrete inchiodarmi sui giorni
ma quando non sarò che compiuta parabola
le ceneri degli anni rendetele ai venti

pallido
scarno
instancabile urlo

resteranno le ossa

xvii
la sciarpa dell'aurora
al collo della notte

i carri funebri delle nuvole
passano ignari

ehi!, voi!...
ammainate il sorriso

hanno ucciso il guardiano dei fiori

xviii
per quante circonferenze ancora
possa rotolare la spirale lattea
riparatevi all'ombra dei miei versi

voi

che avete saputo perdonare Caino...

xix
trafigge le palpebre coi desideri il riccio dei giorni
trascina l'immonda libidine il verme della sazietà

i diritti dell'uomo
come milioni di cristi
mostrano miliardi di stimmate

xx
nel giorno aperto
come una carezza
sciamano sogni

la notte cadrà come un pugno

(guga
1962 - 1968)
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Maiuscolo inizio . Da rileggere con calma. Adesso mi fermo a "la sciarpa dell'aurora". Bravo. Guido. Ciao.

il 15/04/2020 alle 07:44

Sempre deliziosi i tuoi scritti. Grande Guido!

il 15/04/2020 alle 09:34

Più che silloge è una summa di versi acuti. Mi ha colpito in particolare: "i diritti dell'uomo come milioni di cristi mostrano miliardi di stimmate" Quanto mai vera e penetrante, oggi come allora e certamente come domani.

il 15/04/2020 alle 11:51

@mitri @vittorio @Eriot - Grazie per l'attenzione e la benevola critica ;-) ;-) ;-)

il 16/04/2020 alle 00:33