su cardini stridenti
ho scritto questa silloge di brevi componimenti intorno ai vent’anni
tanto per parafrasare un noto cantautore romano a me molto caro.
un’età critica, vent’anni: quasi manichea.
nessun grigio: bianco o nero.
qui il nero prevale, anzi domina, letteralmente…^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
prisma
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la sciarpa dell’aurora
al collo della notte.
i carri funebri delle nuvole
passano ignari.
ehi, voi!
ammainate il sorriso…
hanno ucciso il guardiano dei fiori.
attesa
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giaceva inerte
la salma del giorno sgozzato.
inorridiva il sole
nel cielo imbrattato di sangue.
nascondeva lo sguardo
con ventagli di stelle la luna.
con urli di belva
dilaniava i minuti la notte.
l’amore tradisce gli assassini
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sassi dardeggiano il sole
(estate di piombo)
m’aggiro tra sorrisi stravolto.
estate di piombo
(un gigante la memoria)
flash-back impazzito.
un gigante la memoria
(la coppa delle mani sopra i seni ansanti)
l’amore tradisce gli assassini.
testamento
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nell’istante dell’urlo iridescenti
occhi ci spiano dall’abisso.
fatti d’acqua torniamo a cavalcare
nuvole sole vento. Ma la terra
genitrice golosa – ci nasconde
le ossa dall’insulto della luce.
al vento A un angolo
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calmo il cristallo.
la ruota dentata nella gloria
del traguardo.
solo.
solo ed appeso al vento
a un angolo di donna.
su cardini stridenti
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croci accarezzate dal fiato degli alisei
gemono all’urlo sbiancato dagli anni.
rotolano cancelli su cardini stridenti
sfiancati su pianure aride e allucinate.
con dita infrante
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solo tentavi con il piede incerto
di non pestare il ventre della notte
oscenamente offerto all’universo.
angoli d’acqua – muri dissociati.
lucide braccia sulla strada opaca
in armonia col buio dissacrante.
poi l’alba ti afferrò con dita infrante.
pallore…
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il sole mendicante
su addomi martoriati da bisturi e sesso
traslucida.
opaca umanità
(i figli hanno sguardi di belve impotenti).
il mare ha i polmoni cariati.
arde la terra mani
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assenze dissonanze odii memorie
fusi in un giro cieco – dove il tempo
stempera coi minuti echi e ritorni.
arde la terra mani.
simulacri
germinano di sogni in lontananze.
s’annodano speranze – si dissolvono.
alba di pietre sognanti
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alba di pietre sognanti col sole schernivi gli abissi
violavi fantasmi – scolpivi parole – bruciavi nei sensi il dolore.
seppure lontano m’insegue – con passi di legno – il tramonto:
m’affretto – coi pugni nel cuore.
nel cielo ARROTOlato
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espulso dalle gonadi dell’odio
il tempo irrora l’utero del mondo
e lo feconda.
simulacri e mostri
vagiranno nel cielo – arrotolato
sudario sopra le speranze vane.
(guga
1960-66, intorno ai vent’anni)