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Pubblicata il 05/04/2020
su cardini stridenti
ho scritto questa silloge di brevi componimenti intorno ai vent’anni
tanto per parafrasare un noto cantautore romano a me molto caro.
un’età critica, vent’anni: quasi manichea.
nessun grigio: bianco o nero.
qui il nero prevale, anzi domina, letteralmente…^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

prisma
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la sciarpa dell’aurora
al collo della notte.

i carri funebri delle nuvole
passano ignari.

ehi, voi!
ammainate il sorriso…

hanno ucciso il guardiano dei fiori.

attesa
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giaceva inerte
la salma del giorno sgozzato.

inorridiva il sole
nel cielo imbrattato di sangue.

nascondeva lo sguardo
con ventagli di stelle la luna.

con urli di belva
dilaniava i minuti la notte.

l’amore tradisce gli assassini
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sassi dardeggiano il sole
(estate di piombo)
m’aggiro tra sorrisi stravolto.

estate di piombo
(un gigante la memoria)
flash-back impazzito.

un gigante la memoria
(la coppa delle mani sopra i seni ansanti)
l’amore tradisce gli assassini.

testamento
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nell’istante dell’urlo iridescenti
occhi ci spiano dall’abisso.

fatti d’acqua torniamo a cavalcare
nuvole sole vento. Ma la terra

genitrice golosa – ci nasconde
le ossa dall’insulto della luce.

al vento A un angolo
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calmo il cristallo.

la ruota dentata nella gloria
del traguardo.

solo.

solo ed appeso al vento
a un angolo di donna.

su cardini stridenti
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croci accarezzate dal fiato degli alisei
gemono all’urlo sbiancato dagli anni.

rotolano cancelli su cardini stridenti
sfiancati su pianure aride e allucinate.

con dita infrante
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solo tentavi con il piede incerto
di non pestare il ventre della notte
oscenamente offerto all’universo.

angoli d’acqua – muri dissociati.

lucide braccia sulla strada opaca
in armonia col buio dissacrante.

poi l’alba ti afferrò con dita infrante.

pallore…
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il sole mendicante
su addomi martoriati da bisturi e sesso
traslucida.

opaca umanità
(i figli hanno sguardi di belve impotenti).

il mare ha i polmoni cariati.

arde la terra mani
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assenze dissonanze odii memorie
fusi in un giro cieco – dove il tempo
stempera coi minuti echi e ritorni.

arde la terra mani.

simulacri
germinano di sogni in lontananze.

s’annodano speranze – si dissolvono.

alba di pietre sognanti
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alba di pietre sognanti col sole schernivi gli abissi
violavi fantasmi – scolpivi parole – bruciavi nei sensi il dolore.

seppure lontano m’insegue – con passi di legno – il tramonto:
m’affretto – coi pugni nel cuore.

nel cielo ARROTOlato
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espulso dalle gonadi dell’odio
il tempo irrora l’utero del mondo
e lo feconda.

simulacri e mostri
vagiranno nel cielo – arrotolato
sudario sopra le speranze vane.

(guga
1960-66, intorno ai vent’anni)
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Scriveva molto bene quel ventenne portava l'aurora al collo nella sua notte. Il giorno per gli altri. Un grande inizio con molte belle promesse e davanti la Poesia. Bravo Guido e un grande Grazie per la tua apertura.

il 05/04/2020 alle 16:57

Già allora seminavi bene! Complimenti!

il 05/04/2020 alle 19:49