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Pubblicata il 13/10/2001
Seduto guardo
Fra terra e cielo nubi oscure che lentamente
Vanno
E con esse và il mio pensiero
Nel freddo silenzio di una giornata di autunno
Nell’immobilità dell’inverno.
La pioggia lentamente lambisce ciò che fui
E con se porta via ciò che avrei voluto essere
Sogni e desideri mai stati.
Cos’è quest’amara tristezza che sento?
Forse è il ghiaccio del cuore che parla di me
Alle fredde nubi,
forse è ciò che fui e che volli essere
forse sono i ricordi di sole oramai passati
forse sono solo i miei forse
forse…….
Ma adesso è tardi
E le nubi ricoprono la terra ammantandola
Nascondendomi
Esule fra gli esuli di una terra che più non conosco
E che mai fu.
E io cammino,
in silenzio,da solo,
nell’immobilità non odo rumore né ne faccio
cercando la mia terra oramai lontana
cercando nella nebbia un bisbiglio, un rumore, un suono
di quel luogo che non so dov’è.
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