Nel silenzio di un mattino come tanti
in questo accenno freddo di aprile
il faggio torna a rinverdire
alla mia finestra.
il viale deserto, radi e di fretta i passanti,
soltanto il sole indora un raggio di vita
e nel cuore l'amara novella
di una nostalgia infinita.
il faggio che piantasti tu, padre,
in quella lontana primavera,
prima che ti fosse fatale il maggio,
ancora s'ingemma e presto tornerà con belle fronde
ad ombreggiare giorni solitari tutti uguali
mentre io mi perderò ancora alla deriva
nel mare del rimpianto
dalla impetuose onde.
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