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Pubblicata il 03/04/2020
Nel silenzio di un mattino come tanti
in questo accenno freddo di aprile
il faggio torna a rinverdire
alla mia finestra.

il viale deserto, radi e di fretta i passanti,
soltanto il sole indora un raggio di vita
e nel cuore l'amara novella
di una nostalgia infinita.

il faggio che piantasti tu, padre,
in quella lontana primavera,
prima che ti fosse fatale il maggio,
ancora s'ingemma e presto tornerà con belle fronde

ad ombreggiare giorni solitari tutti uguali
mentre io mi perderò ancora alla deriva
nel mare del rimpianto
dalla impetuose onde.
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Testo interessante reso in una forma un po' dialetticamente superata. Però… mi piace comunque! ;-) Ciao

il 04/04/2020 alle 10:09

Guga, amico caro, sei proprio tu? Che piacere ritrovarti! Un caro saluto! Marina

il 07/04/2020 alle 16:32

Eravamo con Stefano Cona su DESCRIVENDO, vero?... Un abbraccio!

il 08/04/2020 alle 00:23