Un avverbio che sintetizza i dubbi, il senso di smarrimento, che racchiude una vita giocata in bilico tra sogni e delusioni, aspettative e affetti. Una mestizia poetica che lascia intravedere sprazzi di magma incandescente che l'anima non può e non deve seppellire.
se lo hai scritto vuol dire che c'è ancora,il giardino e anche il fiore;il rosso poi vuol dire amore.
Da sempre il mio pensiero sulla lettura poetica è quella dello specchio, difficile individuare il vero pensiero dell'autore celate tra le parole allora vi si riflette il nostro io ,però viene rivelato, talvolta allo stesso autore, qualcosa del suo pensiero.Grazie del bel commento e buona giornata
Genziana/talvolta questo mistico giardino dell' infanzia si trasforma in qualcosa di fisico nell'adolescenza o nelle prima giovinezza, quando con la leggerezza dei giorni ci si accinge a imprese che pur dandoci contemporaneamente una forza morale mette in pericolo la stessa vita( per me lo è stato la montagna) poi ci si riappropria del fiore rosso della vita o perlomeno lo si presume, perché non è facile domare completamente gli istinti.Delice di questo incontro :-)
Eclisse/ sì sì !!! Ci sono ancora il giardino e il fiore ...il rosso e il bianco in antitesi sono i miei colori preferiti anche e soprattutto nei loro estesi simbolismi.Felice giorno