Io che mi sento lì,
nella tua vasca da bagno,
tra il gioco del sapone
e il vermiglio dei tuoi antichi pensieri.
ma tu sei il mare,
e non un catino di laccata
ceramica, e se mi guardo
ancora una volta intorno
io mi perdo e non so più
dove sei.
che inganno questo sogno
di averti solo per me.
tu sei il mare e io non
so più come raccoglierti.
tu sei il mare, e io
sto qui su queste sponde,
su questo dolce pendio,
a gridarti violento che ti amo,
aspettando che tu mi possa
sentire, come senti il Maestrale.
tu sei il mare, e io
ti sto aspettando, sto
aspettando che questa
tua vita, come la corrente
ti porti da me, anche solo
per un istante, che ti porti
qui a bagnare il mio corpo
disteso come un amante,
disteso come un poeta cieco
senza più nemmeno le stelle.
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