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Pubblicata il 12/03/2020
mi sveglio e mi accorgo
di un silenzio innaturale
come se avesse nevicato durante la notte
e la gente spiando dalle fessure delle persiane
si fosse accorta di questo tappeto di gelo
che ovatta tutti i passi.
ma non ci sono passi che risuonano sulla strada,
né si odono le macchine sfrecciare,
rapidamente, con madri premurose alla guida,
di bimbi infiocchettati per l’asilo,
di adolescenti che cinguettano come cinciallegre,
e ridendo nel loro modo usuale
e smanettando con il loro cellulare.
c’è un silenzio innaturale.
anche gli alberi del mio giardino sono silenziosi,
i pini che svettano nella vicina scuola, sono alteri e muti,
cullano nei loro frondosi rami il pigolare degli uccelli, disorientati e nudi.
c’è un silenzio assordante,
non si ode neppure l’ambulante
che ogni mattina mi sveglia col suo vociare conciliante.
ma cosa sarà mai accaduto, mi chiedo,
nel mio silenzio più cupo, in uno scompiglio pensoso,
non passa il professionista che apre il suo studio alle 9,
con la sua vettura lucente e la cravatta col nodo perfetto.
non odo la vicina che spazza
davanti alla sua casa ogni mattina,
e il contadino che esce col trattore
e mi pare sempre di buon umore.

c’è un silenzio infestante che si insinua nelle menti,
nelle anime, nei convincimenti .

si è meno spavaldi di ieri,
chiusi dentro i propri pensieri.
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Credimi, è' tremendamente triste finire in agonia per una epidemia o pandomia!

il 12/03/2020 alle 14:43

Spero di non offenderti se definisco la tua una magnifica prova di prosa poetica. Tu non hai bisogno di nessuna conferma. Ciao.

il 12/03/2020 alle 17:24

Sì Mitri hai ragione, è una prosa, ieri mattina i pensieri uscivano da soli dalla penna e dal cuore l'ho condivisa perchè ognuno ritrovi gli stessi sentimenti di smarrimento che ho esternato in questa mia. Grazie

il 12/03/2020 alle 19:54