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Pubblicata il 26/02/2020
zona industriale
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i fianchi aperti della Tiburtina, dal Cimitero Monumentale di Portonaccio,
i magazzini di Cherubini, la Benz Mercedes, passando per la Caserma dei Bersaglieri,
ponte Mammolo, Tiburtino Terzo, oltre la fabbrica di Penicillina,
sotto le torri di Salivetto, verso e più in là del Raccordo Anulare,
unica speranza di futuro d'una città cresciuta per dispetto.

ovunque i segni d'una fame irredenta: capannoni pericolanti, cattedrali
arroganti d'un capitalismo becero ed accattone, incapace di essere utile
all'operaio e al padrone; case popolari, panni a stendere, risse di comari,
la radura dove un giovane indiano fu crocefisso al Palo della Tortura
per non so quale fùtile motivo.

l'ansa dell'Aniene, spiaggia privata, d'Estate, dei guitti di San Basilio,
si tuffava, a sinistra, verso il Fosso di Sant'Agnese e più aspri conflitti;
le tenute sterminate di Gianni: distese verdi, dal fiume verso la Via Nomentana,
di terre mai coltivate a frumento, nel dopoguerra, forse perchè destinate
a campi da golf o pascolo per i cavalli.

su questa dorsale nevrotica un popolo non ancora sconfitto:
una massa di giovani non asservita ancora a droghe o televisioni,
capace di edificare il futuro su uno straccio orgoglioso,
di alzare l'anima chiusa in un pugno, attenta a non lasciarsi depredare del sogno.
come quel pomeriggio di Luglio del Sessanta,
quando lasciò all'unisono fabbriche e stabilimenti
perchè a Piazza della Piramide, tra i caroselli dei "tassinari",
precipitava il Governo Tambroni.

(arrivammo dall'Aventino insieme alle jeep
e i carrettoni non c'erano più sampietrini
quando ci caricarono raccogliemmo i proiettili
caldi dei cavalli dei fratelli D'Inzeo
e li lanciammo sulle facce di quei superbi cavalieri
la notte a San Vitale ci fecero neri
di botte scientificamente coi manganelli
di sabbia giovani agenti e vecchi celerini
con gli occhi degli sconfitti rigonfi di rabbia)

(guga
dalla raccolta "disancorato")
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Come eravamo e come erano belli quegli occhi! Saranno i giovani a raccontare come siamo. Ciao.

il 26/02/2020 alle 08:50

Reale descrizione di come eravamo. Bravo Guga!

il 26/02/2020 alle 10:05

Archeologia industriale ,bravo

il 26/02/2020 alle 11:35

...chiedo scusa a guga se mi intrometto ma vorrei ricordare ai giovani lettori quegli anni ripugnanti e, per questo, rammentare a questi giovani tre nomi: Romita, Scelba e, appunto, Tambroni...buona ricerca. Capiat qui capere potest !

il 26/02/2020 alle 14:44